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giovedì 4 ottobre 2012

CULTURA – Il ritratto di Augusto del MArTà dichiarato dall'Unesco “Monumento messaggero di una Cultura di Pace”


L'Augusto velato in una foto tratta dal sito del MArTà
Lo splendido ritratto di Augusto velato, custodito nella sala 14 del nostro MArTà, è stato insignito del riconoscimento di “Patrimonio Messaggero di una Cultura di Pace” dall’Unesco, con il parere favorevole della Federazione Italiana Club e Centri Unesco. Ne ha dato notizia il Club di Taranto per voce della presidente Carmen Galluzzo Motolese, da dicembre del 2010 impegnata in questo obiettivo che dà prestigio al nostro museo. A sostenere la causa anche la Soprintendenza ai Beni Archeologici della Puglia, oggi retta da Luigi La Rocca, e lo stesso MArTà diretto da Antonietta Dell’Aglio. L’opera è un altorilievo in marmo raffigurante la testa del primo imperatore romano, ritratto con il capo velato (I secolo d.C.). Realizzato probabilmente postumo sotto il principato di Tiberio, si trattava in origine di un volto che, lavorato solo nella parte anteriore, era destinato ad essere inserito in una statua a tutto tondo, forse proprio una di quelle, frammentarie, rinvenute poco lontano dal reperto ed ora esposte accanto a questo nel nuovo allestimento del museo di Taranto. Augusto con la Pax Romana del 29 a.C. pose fine alle guerre civili, dando inizio ad uno dei periodi più floridi del principato-impero dell’Urbe. Il riconoscimento sottolinea l’uso sapiente dell’influenza romana esercitata da Caio Giulio Cesare Ottaviano attraverso l’arte della diplomazia e premia un monumento simbolo del suo legame con Taranto, località che conobbe sotto il principato augusteo un periodo di notevole rifioritura artistica ed economica, arricchendosi di importanti edifici pubblici. Proprio la nostra città era stata sede nel 37 a.C. del trattato di pace fra Ottaviano ed Antonio, mediato dall’azione diplomatica di Ottavia. Dal racconto di Plutarco apprendiamo che all’incontro fece da corollario una spettacolare parata di ben centotrenta navi da guerra. Si trattò però di una tregua di breve durata: pochi anni dopo, nel 31 a.C., ci sarà la decisiva battaglia di Azio, con Taranto ancora una volta protagonista degli eventi poiché, in vista dello scontro, nel suo porto si radunò parte dell’imponente flotta del futuro Principe. Una epigrafe frammentaria, conservata nel museo, documenta forse anche un rapporto di patronato fra la città ed Augusto. Si trattava di un istituto mediante il quale nell’antica Roma un singolo o una comunità si affidava alla “protezione” di un personaggio influente, offrendo in cambio fedeltà ed appoggio politico. E’ probabile inoltre che proprio in virtù di questo legame la città volle, o fu costretta a privarsi di una delle sue più belle opere, cedendo a Roma la splendida statua in bronzo raffigurante una Nike, eretta a Taranto dopo la vittoria  nella battaglia di Eraclea, all’epoca della guerra di Pirro. Il programma Unesco 2000-2010 partì nel 2000, anno della cultura della pace, con l’obiettivo di valorizzare la presenza sul territorio di realtà artistiche o naturali che, per la ricchezza dei valori di cui sono testimonianza, possono contribuire a costruire una cultura di pace. “Poiché le guerre nascono nell’animo degli uomini, è nell’animo degli uomini che devono essere elevate le difese per la pace”, questa la frase che campeggia sul sito della Ficlu (Fed. Italiana Club e Centri Unesco) presieduto dalla dott.ssa Marialuisa Stringa, responsabile per l’Italia del programma “Monumenti e siti testimoni di pace”, che ai primi di novembre sarà a Taranto per l’attribuzione della targa Unesco. Si tratta di un bel successo per il Club tarantino, nato solo nel 2009, ma non possiamo trattenere un dubbio riguardo a questa attribuzione, giacché non dimentichiamo che l’iter partito nel 2010 richiedeva il riconoscimento per l’intero MArTà e non solo per una delle sue opere. Ci chiediamo come mai si sia ridimensionata quest’ambizione che avrebbe trovato nel museo un sito che è a tutti gli effetti un’altissima testimonianza di fusione fra culture e popoli che sono all’origine della nostra città (Otranto e Ceglie Messapica hanno visto riconosciuti per intero i loro centri storici). Peraltro viene individuata un’opera che, pur magnifica, non si può considerare unica nel suo genere e che afferisce al periodo romano e non greco, marchio indelebile della nostra cultura. Il pensiero va inevitabilmente alla nostra eccezionale e davvero senza eguali “Tomba dell’Atleta di Taranto”, non di meno un “simbolo di pace”, poiché è noto come nella Grecia antica proprio in occasioni dei principali agoni sportivi si interrompessero i conflitti in corso (guarda QUI il documentario sullo straordinario rinvenimento, che ha restituito integro, caso unico al mondo, lo scheletro di un atleta che trionfò in diverse discipline sportive durante le Grandi Panatenee, gare che si svolgevano ad Atene). Considerazioni che abbiamo girato ai diretti interessati, la prof.ssa Motolese e il Soprintendente La Rocca. Ad ogni modo, nell’attesa che venga completato l’allestimento del MArTà, appuntiamo volentieri al petto questa medaglia alla nostra storia, ricordando che è un risultato che deve portare con sé l’impegno per un più deciso rilancio culturale e turistico del territorio. Nella speranza inoltre che questo riconoscimento sia di buon auspicio per i lavori che dovrebbero portare alla candidatura della città vecchia quale sito “Patrimonio dell’Umanità” Unesco, progetto annunciato tempo fa ma che pare inspiegabilmente procedere a rilento.
Un ringraziamento speciale agli amici di Archeologia Taranto per l'approfondimento storico resoci.
Clicca QUI se desideri prenotare una visita al museo.

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