La regione Puglia ha emanato
venerdì scorso una Legge
per promuovere il recupero dei borghi storici. Sono ammessi a contributo
regionale gli interventi, anche privati, finalizzati alla valorizzazione del
patrimonio culturale, alla riqualificazione urbana, alla conservazione e al
restauro del patrimonio artistico, edilizio e degli spazi liberi. Per
beneficiare dei finanziamenti i comuni devono presentare annualmente alla
Giunta regionale un programma di riqualificazione del borgo storico, approvato
dal Comune stesso. Unico neo per Taranto è che è rivolta a quei borghi che
siano stati insigniti di riconoscimenti quali I borghi più belli d’Italia, o delle Bandiere Arancioni, o delle Città
Slow, o dell’UNESCO, o
dei Borghi Autentici. Da
tempo portiamo avanti la campagna per il riconoscimento di Taranto Vecchia
quale patrimonio mondiale dell’Unesco,
occasione di rilancio culturale e turistico di qualità. Ora arriva questa Legge che è un motivo in più per
insistere e pretendere che si porti a compimento il progetto iniziato e fatto
arenare da questa amministrazione comunale due anni fa (per saperne di più
leggi QUI).
Fu istituito un gruppo di lavoro che, di fatto, fu abbandonato a se stesso,
senza supporto logistico e amministrativo. Ciò che fa ancora più specie è che
il progetto non sia mai stato ufficialmente chiuso, elemento che lascia insinuare
il dubbio che possa servire solo da bacino per spese non giustificabili in modo
trasparente. Se non costituisce una pratica, si tratta quanto meno di un
rischio che vorremmo evitare di correre, per non unire al danno, pure la beffa.