Ieri presso il
salone dell’oratorio della chiesa di San Domenico ha avuto luogo il primo degli
incontri promossi dall’associazione Officine Taranto, con l’obiettivo di dar
vita ad un manifesto per il recupero dell’Isola. Oggi si replica con le attività produttive, domani con le associazioni.
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L'intervento di Cosa durante l'incontro di ieri a S. Domenico. |
Il tema toccato ieri è stato quello dell’urbanistica
ed ha visto alternarsi diversi spunti interessanti, insieme a qualche altro dal
sapore unicamente autoreferenziale, coi quali occorre ancora fare i conti
quando si aprono confronti pubblici nella nostra città. Sono intervenuti
rappresentanti di Confindustria, Associazione dei costruttori edili, architetti
e tanti cittadini sensibili alla tematica proposta. Per qualche minuto si è
affacciato anche l’assessore comunale al ramo, Cosa che, incalzato dalla platea,
oltre a snocciolare qualche intervento in corso, ha dato interessanti
anticipazioni sulle intenzioni dell'Amministrazione civica. A chi giustamente lamentava la chiusura dell’ufficio Risanamento
Città Vecchia, anche in quanto messaggio di resa dato alla città, Cosa ha risposto come
aveva già fatto con un comunicato di qualche giorno fa, e cioè che si è resa
necessaria a causa della ridotta capacità di personale. L’Ufficio è passato sotto
alla direzione Urbanistica ed Edilità, anche logisticamente, mentre verranno
affidati a consulenti esterni i lavori che si riterranno utili alla causa. E’
su questo solco
che si colloca l’affido
ad un gruppo di lavoro di recente costituzione, del compito di raccogliere, razionalizzare
ed archiviare documenti e progetti arrivati nel corso degli anni all’ufficio
Risanamento dell’Isola. Un lavoro, si è detto, utile ad avere contezza
delle idee piovute sull’ufficio e finite nella polvere. A questo proposito pare
già che si sia riusciti a recuperare un progetto sul recupero degli stabili
pericolanti, staremo a vedere. Certo, faceva notare l’operatore culturale
Giovanni Guarino, adesso il presidio dell’amministrazione comunale in Città Vecchia
verrà a mancare, in assenza di questo ufficio dedicato che ora, nell’ambito
della razionalizzazione delle sedi comunali, dovrebbe essere messo nella
disponibilità della Pubblica Istruzione. Altra novità sul patrimonio comunale
riguarda palazzo Galeota, ormai orfano
del museo Maiorano, nel quale troverà posto la sede locale dell’Adisu, l’agenzia
regionale per il diritto allo studio. Ancora nubi su palazzo Pantaleo che, se
da un lato ospiterà il Maiorano e gli uffici cultura, dall’altro dispone di
locali il cui utilizzo resta tutt’ora incerto. Ma veniamo al clou della serata,
che è stata la proposta lanciata dal
presidente di Confindustria Taranto, Cesareo, di creare insieme al Comune un
fondo immobiliare in grado di abbracciare l’intero comparto pubblico dell’Isola
per attrarvi investimenti esteri. Pare che qualche sondaggio Confindustria
l’abbia già fatto, raccogliendo notevole interesse da parte dei potenziali
finanziatori. L’assessore Cosa ha accolto l’invito per un incontro a stretto
giro per definire il tutto. Non mera speculazione, si è detto, perché l’aspetto
sociale e la destinazione d’uso del centro storico dovranno essere prioritari
su tutto il resto. Come rendere concreta allora questa nobile intenzione?
Cesareo ha fatto sapere che i
costruttori si renderanno disponibili a cedere gli immobili ristrutturati a
prezzo ribassato, se chi acquista si impegnerà ad aprire sull’Isola un’attività.
Un’idea, questa del vincolo abitazione-attività, ripresa da più di un
interlocutore. Siparietto poi con l’architetto Blandino - autore del celebre
Piano di recupero stilato negli anni ’70 - il quale vanta ancora una nomina a
coordinatore del recupero della Città Vecchia in funzione di un atto ufficiale disposto
da una giunta precedente: “ditemi cosa
devo fare, lo faccio anche gratis per amore della città!”. Una disponibilità
meravigliosa che però Cosa ha dovuto rispedire al mittente, dal momento che
qualsiasi atto pubblico deve avere evidenza altrettanto pubblica. Del tutto condivisibile,
infine, l’appunto portato da Marinaro, presidente della sezione locale dell’ANCE,
il quale ha parlato di un problema
legato alla priorità che questa amministrazione sembra ancora non dare al
recupero dell’Isola. Non si spiega altrimenti - aggiungiamo noi – come, aldilà di intenzioni e grossi progetti
ipotetici, in Città Vecchia non si pensi mai di piantare un albero, o apporre
la targa di una via o piazza (sono pochissime ormai quelle che possono
vantarla). Anzi peggio, si ricoprono di asfalto le antiche chianche che ne caratterizzavano
gli affascinanti vicoli (leggi QUI).
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