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mercoledì 26 marzo 2014

CITTA' VECCHIA - Manifesto per salvare l'Isola, partita la raccolta di idee


Ieri presso il salone dell’oratorio della chiesa di San Domenico ha avuto luogo il primo degli incontri promossi dall’associazione Officine Taranto, con l’obiettivo di dar vita ad un manifesto per il recupero dell’Isola. Oggi si replica con le attività produttive, domani con le associazioni.

L'intervento di Cosa durante l'incontro di ieri a S. Domenico.
Il tema toccato ieri è stato quello dell’urbanistica ed ha visto alternarsi diversi spunti interessanti, insieme a qualche altro dal sapore unicamente autoreferenziale, coi quali occorre ancora fare i conti quando si aprono confronti pubblici nella nostra città. Sono intervenuti rappresentanti di Confindustria, Associazione dei costruttori edili, architetti e tanti cittadini sensibili alla tematica proposta. Per qualche minuto si è affacciato anche l’assessore comunale al ramo, Cosa che, incalzato dalla platea, oltre a snocciolare qualche intervento in corso, ha dato interessanti anticipazioni sulle intenzioni dell'Amministrazione civica. A chi giustamente lamentava la chiusura dell’ufficio Risanamento Città Vecchia, anche in quanto messaggio di resa dato alla città, Cosa ha risposto come aveva già fatto con un comunicato di qualche giorno fa, e cioè che si è resa necessaria a causa della ridotta capacità di personale. L’Ufficio è passato sotto alla direzione Urbanistica ed Edilità, anche logisticamente, mentre verranno affidati a consulenti esterni i lavori che si riterranno utili alla causa. E’ su questo solco
che si colloca l’affido ad un gruppo di lavoro di recente costituzione, del compito di raccogliere, razionalizzare ed archiviare documenti e progetti arrivati nel corso degli anni all’ufficio Risanamento dell’Isola. Un lavoro, si è detto, utile ad avere contezza delle idee piovute sull’ufficio e finite nella polvere. A questo proposito pare già che si sia riusciti a recuperare un progetto sul recupero degli stabili pericolanti, staremo a vedere. Certo, faceva notare l’operatore culturale Giovanni Guarino, adesso il presidio dell’amministrazione comunale in Città Vecchia verrà a mancare, in assenza di questo ufficio dedicato che ora, nell’ambito della razionalizzazione delle sedi comunali, dovrebbe essere messo nella disponibilità della Pubblica Istruzione. Altra novità sul patrimonio comunale riguarda palazzo Galeota, ormai orfano del museo Maiorano, nel quale troverà posto la sede locale dell’Adisu, l’agenzia regionale per il diritto allo studio. Ancora nubi su palazzo Pantaleo che, se da un lato ospiterà il Maiorano e gli uffici cultura, dall’altro dispone di locali il cui utilizzo resta tutt’ora incerto. Ma veniamo al clou della serata, che è stata la proposta lanciata dal presidente di Confindustria Taranto, Cesareo, di creare insieme al Comune un fondo immobiliare in grado di abbracciare l’intero comparto pubblico dell’Isola per attrarvi investimenti esteri. Pare che qualche sondaggio Confindustria l’abbia già fatto, raccogliendo notevole interesse da parte dei potenziali finanziatori. L’assessore Cosa ha accolto l’invito per un incontro a stretto giro per definire il tutto. Non mera speculazione, si è detto, perché l’aspetto sociale e la destinazione d’uso del centro storico dovranno essere prioritari su tutto il resto. Come rendere concreta allora questa nobile intenzione? Cesareo ha fatto sapere che i costruttori si renderanno disponibili a cedere gli immobili ristrutturati a prezzo ribassato, se chi acquista si impegnerà ad aprire sull’Isola un’attività. Un’idea, questa del vincolo abitazione-attività, ripresa da più di un interlocutore. Siparietto poi con l’architetto Blandino - autore del celebre Piano di recupero stilato negli anni ’70 - il quale vanta ancora una nomina a coordinatore del recupero della Città Vecchia in funzione di un atto ufficiale disposto da una giunta precedente: “ditemi cosa devo fare, lo faccio anche gratis per amore della città!”. Una disponibilità meravigliosa che però Cosa ha dovuto rispedire al mittente, dal momento che qualsiasi atto pubblico deve avere evidenza altrettanto pubblica. Del tutto condivisibile, infine, l’appunto portato da Marinaro, presidente della sezione locale dell’ANCE, il quale ha parlato di un problema legato alla priorità che questa amministrazione sembra ancora non dare al recupero dell’Isola. Non si spiega altrimenti - aggiungiamo noi – come, aldilà di intenzioni e grossi progetti ipotetici, in Città Vecchia non si pensi mai di piantare un albero, o apporre la targa di una via o piazza (sono pochissime ormai quelle che possono vantarla). Anzi peggio, si ricoprono di asfalto le antiche chianche che ne caratterizzavano gli affascinanti vicoli (leggi QUI). 

Clicca QUI per conoscere la nostra idea di risanamento urbanistico della Città Vecchia.

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