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La splendida Dea in Trono a Berlino. |
bellissima figlia di Zeus e di Demetra, ad opera di suo zio Ade, Dio dell’oltretomba. Il mito tramanda che giunta negli Inferi, le fu offerta della frutta, della quale assaggiò sei chicchi di melograno, ignara del fatto che, chi si fosse nutrito dei frutti dell’oltretomba, ne sarebbe rimasto prigioniero per l’eternità. Sua madre Demetra, Dea della fertilità e dell’agricoltura, che prima di questo episodio procurava agli uomini interi anni di buon raccolto, per la disperazione fece precipitare i campi in un inverno senza fine. L’intercessione di Zeus portò ad un accordo secondo il quale, considerato che Persefone aveva mangiato solo 6 chicchi e non il frutto intero, sarebbe rimasta negl’Inferi solo per il numero di mesi equivalente a quello dei semi ingeriti. Persefone avrebbe così trascorso sei mesi nell’oltretomba con il marito e sei sulla terra con la madre la quale, da allora, avrebbe festeggiato il ritorno primaverile della figlia sulla terra, facendo rifiorire la natura fino a tutta l’estate. I motivi legati all’amore, alla fertilità e alla rinascita dopo la morte resero Persefone particolarmente venerata sin dai tempi dei micenei in Grecia (1600-1100 a.C.). Celebri furono i Misteri Eleusini, riti antichissimi che rappresentavano il ciclo perenne del riposo e del risveglio della vita nelle campagne, testimoniati su diversi dipinti e ceramiche di varie epoche. I riti si estesero a tutta la Grecia antica e alle sue colonie, compresa la nostra Taranto, e da qui a Roma, dove ebbero larga diffusione anche presso Cicerone e l’imperatore Adriano. Taranto porta della cultura classica in Occidente, un vanto da non dimenticare, insieme al mito della sua Persefone.
*L'ottenimento della copia della "Dea in trono" è stato il frutto di un lungo lavoro iniziato nel 2009 quando l’assessorato alla Cultura del Comune retto dalla prof.ssa Mignogna s’interessò, assieme all’allora ass. al Turismo della Regione, Ostillio (leggi QUI). Poi nel 2011 (leggi QUI) per interessamento dell’allora assessore comunale all’Attuazione del Programma Pierri, insieme al Soprintendente ai Beni Archeologici dell’epoca De Siena e all’editore Massafra. Intenzione della I giunta Stefàno era quella di collocarla presso il nuovo museo della città a palazzo Pantaleo.