Li abbiamo eletti, pagati (quasi tutti poco meno di
44.000 €/anno) e ci hanno rappresentato per cinque anni.
Giunti alla fine di
questo mandato è tempo di bilanci e valutazioni, ecco le pagelle di Targato TA
alle deleghe assessorili più importanti dell’amministrazione uscente.
Non ha avuto il timore ideologico di riprendere in mano il
vecchio progetto della giunta Di Bello di realizzare l’Università presso il
convento di San Francesco nel Borgo antico ed ha condotto in porto l’importante
operazione con qualche tribolazione, ma con un successo finale (leggi QUI). L'attenzione non è mancata, ma gli stanziamenti comunali non sono riusciti a far decollare i servizi che dovrebbero connotare Taranto come città universitaria (leggi QUI). Su
pressione della città ridà vita all’antica chiesa cristiana della Cripta del
Redentore, ma in 5 anni pieni di mandato non riesce a incidere su null’altro.
Niente di fatto per la Casa dello studente prevista in via Acton, laboratori rimasti fuori dai finanziamenti e scarso gioco
di squadra con la Provincia per strappare a Bari un policlinico da affiancare al polo ospedaliero previsto dalla Regione. E' un periodo di ristrettezze economiche, ma gli studenti tarantini hanno finanziato l'Università barese per decenni ed è arrivato il tempo di chiederne il conto mettendo nel mirino in primis il miglioramento qualitativo dei servizi e, appena possibile, quello quantitativo dell'offerta, con facoltà che registrano un eccesso di domanda nel capoluogo.
Piero Bitetti (Polizia Municipale) - 6
Entra a partita in corso e cerca subito di mettersi sulla scia delle
richieste della città in merito alla sicurezza, alla pedonalizzazione
dell’Isola e ad una nuova attenzione per la mobilità sostenibile. Il tutto si
risolve con il meritorio allungamento dell’orario di lavoro della Polizia
Municipale (che pur continua a non incidere su sicurezza e legalità), alla recentissima
realizzazione dell’isola pedonale davanti alla sede universitaria del centro
storico (leggi QUI) e
con l’adesione del Comune alla campagna Salvaiciclisti che produce messaggi di
sensibilizzazione sui pannelli elettronici posti in città. Un po’ pochino per
il pupillo di Florido, ma con l’attenuante della mancanza di tempo sufficiente
a produrre di più.
Anna Rita Lemma (Pubblica Istruzione e Pari Opportunità) - 7
Anche lei entra a partita in corso ma gestisce la delega alla Pubblica Istruzione
con la pacatezza e la normalità che la scuola richiede per funzionare. Non si
tira mai indietro di fronte a iniziative in grado di accrescere il ruolo
dell’istituzione che forma i nostri giovani e di sensibilizzare sulle pari
opportunità. Saranno queste virtù a renderla così invisa ad un partito di
potere come il Pd?
La sua opera si concentra quasi del tutto sui pur importantissimi Servizi Sociali, col continuo sforzo di ricercare soluzioni in termini di contributi, alloggi e spazi per le categorie deboli. Manca quasi del tutto, invece, sul fronte cultura dove,
anche per quest’amministrazione, si registra una totale mancanza di
programmazione per il rilancio della città, con iniziative estemporanee
realizzate più per la spinta esercitata dalla città che per una strategia pianificata. Recupera alla fruibilità l’ipogeo di palazzo Galeota con la promessa
di metterla a disposizione delle associazioni, cosa ancora non messa in pratica
(leggi QUI)
ed
è protagonista del recupero di palazzo Pantaleo annunciato in tutta fretta in
questi giorni, ma tuttora chiuso per imprecisati problemi tecnici (leggi QUI). Scarso il dialogo con gli operatori culturali del territorio che pure hanno chiesto l'istituzione di una Consulta ad hoc. Imperdonabile
il bando con cui l’assessorato nel suo insieme affidò la gestione della necropoli di
via Marche e delle tombe a camera (chiuse da tempo immemore) a una società di distribuzione di materiale…informatico (?!) poi
ritirato per l’insorgere delle cooperative di beni culturali del territorio
(leggi QUI). Non l'unico affido ad essere attribuito senza opportuna evidenza pubblica.
Nicola D'Ippolito (Urbanistica e Edilità) - 5
Quello che a tutti è sembrato un successo, in realtà lo è stato solo a
metà. Ci riferiamo a quella parte di immobili comunali presenti sull’Isola
candidati al risanamento mediante il ricorso al project financing e ai
finanziamenti regionali (leggi QUI). Il
project financing è uno strumento col quale il Comune ha chiesto aiuto ai privati
in cambio del 20% di appartamenti ristrutturati, che verranno assegnati allo Iacp. Invece di ricorrere a questi aiuti con assegnazione
diretta degli appalti, ci sarebbero stati strumenti più efficaci come il
leasing in costruendo, in grado di risanare maggiori parti del Borgo mantendo
la regìa delle operazioni (leggi QUI). Questo assessorato ha finito anche per tradire la
promessa di un mancato allargamento dei confini della città, approvando
varianti discutibili senza metter mano al quanto mai vetusto Piano Regolatore
cittadino: una responsabilità da dividere col suo predecessore Cervellera, poi
passato in Regione.
Sebastiano Romeo (Ambiente, Sanità, Sport) - 2
Assolutamente inadeguato al compito. Il paravento di essere medico non lo salva da un’inazione che lascia increduli, tanto che pare non rendersi conto della gravità della situazione ambientale e sanitaria della città. Il suo predecessore Pastore capì dopo poco dalla nomina che questa delega scottava per la nuova coscienza ritrovata dai tarantini e lasciò l’incarico, ma lui proprio non se ne cura e per tutta la durata del mandato si agita in rassicurazioni del tutto fuori luogo. Una domanda nasce spontanea: è stata una precisa scelta quella di far sedere sulla poltrona dell’ambiente due persone tanto timorose?
Assolutamente inadeguato al compito. Il paravento di essere medico non lo salva da un’inazione che lascia increduli, tanto che pare non rendersi conto della gravità della situazione ambientale e sanitaria della città. Il suo predecessore Pastore capì dopo poco dalla nomina che questa delega scottava per la nuova coscienza ritrovata dai tarantini e lasciò l’incarico, ma lui proprio non se ne cura e per tutta la durata del mandato si agita in rassicurazioni del tutto fuori luogo. Una domanda nasce spontanea: è stata una precisa scelta quella di far sedere sulla poltrona dell’ambiente due persone tanto timorose?
Leo Spalluto (Lavori Pubblici) - 7
I tanti lavori di facciata di questi giorni di campagna elettorale appartengono
agli usi della peggior politica, ma l’assessorato di Spalluto è uno dei pochi
ad aver funzionato bene nell'arco della legislatura. Nonostante il dissesto riesce a
sfruttare le poche risorse a disposizione per ridare decoro alle strade
principali della città avendo, specie sul finale, la possibilità di spendere
qualcosa in più e incidere sulla loro sicurezza con dossi e rotatorie, vero
simbolo di quest’amministrazione. Unici demeriti quelli di aver concepito un
ulteriore aumento di traffico nel borgo aumentando i posti auto, invece di
creare più sane e decongestionanti piste ciclabili; e quello di aver
predisposto nuovi marciapiedi senza le sedi per il verde pubblico e, spesso e
volentieri, con al centro i pali dell’illuminazione pubblica, con evidente e
poco lusinghiero ostacolo alla circolazione dei portatori di handicap.
Davide Nistri (Borgo Antico, Soc. Partecipate, Trasporti, Politiche Abitative e del Lavoro) - 2
Il cumulo di deleghe ricevute spiega fino in fondo il ruolo che il
Sindaco gli ha attribuito e fra queste fa male veder trattata così quella al
Borgo Antico, che dovrebbe costituire la chiave di volta per l’inversione di
rotta turistico-culturale della città. Ad ogni buon conto Nistri le tratta per
come sono concepite, vale a dire con assoluta noncuranza. Nei 5 anni di mandato
partorisce quasi per sbaglio e solo un anno fa l’idea della candidatura
dell’Isola a bene Unesco, gettata lì quasi senza saper cosa e come. Ve ne è
tutta evidenza in un bando per chiamare a raccolta i componenti della
Commissione che si sarebbe occupata della candidatura che, non solo non è stato
pubblicizzato a dovere, ma che pare essere stato scritto da un bambino
delle elementari (si fa riferimento ad “appassionati di cultura locale”…lo
trovi QUI). Non
fa nulla, ma quando prova a farlo è un disastro come quando, di recente,
promette il ripristino dell’antico pavimento in basole del centro storico,
anch’essa idea validissima, ma non supportata né da cognizione, né da metodo, né
dai fatti (leggi QUI). Sulla
gestione delle società partecipate pesano decisioni e consulenze piuttosto
discutibili, mentre si registra il nulla anche per i rami Trasporti e Politiche
del Lavoro. Deleghe assessorili che, a questo punto, sarebbe stato meglio
affidare a giovani volenterosi come Cosa,
ma forse attribuite a Nistri più per stima del padre Roberto, professore e noto storico tarantino.
Gianni Cataldino (Vice-sindaco, Attività Produttive, Turismo) - 3
Succede come vice sindaco a Carrozzo
prima e a Cervellera poi, mentre per
la delega alle Attività Produttive a Calcante
(di cui non si ricorda assolutamente nulla), e per il turismo alla prof.ssa Mignogna. Appena nominato annuncia
l’allargamento della “movida” estiva al molo di via Garibaldi sull’Isola, ma
locali e pedonalizzazione non si vedono più neppure nel Borgo. Impegnato in un
dialogo costruttivo con le associazioni dei commercianti, finisce per non
produrre alcun risultato apprezzabile né per loro, né per i cittadini.
Distratto negli ultimi tempi dal braccio di ferro coi grossi centri commerciali
per la questione dei giorni festivi di apertura, riesce a creare un dialogo
proficuo solo con l’Eni e la Cementir riguardo alle opere che queste devono
realizzare a proprie spese come risarcimento per i danni inferti alla città.
Una rotatoria e il rifacimento del Campo scuola è quanto si ritiene sufficiente
per vendere l’anima della città al diavolo. Gli viene anche attribuita
l’importante delega al Turismo, ma quella che doveva essere una delle carte più importanti per il rilancio della nostra
economia, sembra rimanere tutto il tempo nel cassetto.
Ezio Stefàno (Sindaco) - 4
L’entusiasmo plebiscitario con cui fu eletto gli dava la grandissima opportunità di mettere su una Giunta tecnica post-dissesto di altissimo profilo, invece getta letteralmente alle ortiche l’offerta di aiuto della città e si lascia tirare la giacchetta dai partiti che lo sostengono. Risultato, una delle giunte più impreparate che la città ricordi e un continuo navigare a vista, che ha rischiato di avvalorare nella gente la pericolosa e sempre strisciante tesi per cui a essere “politicamente scaltri” sono solo i "disonesti". Annuncia per quattro volte l’uscita dal dissesto che di fatto non è ancora raggiunta, ma ha il merito di aver rimesso a posto i conti e aver ridotto i numerosi sprechi. In città si vede anche qualche alberello e qualche giostrina per bambini in più, ma il Sindaco è mancato completamente del polso necessario a far invertire rotta alla città come i tarantini chiedevano. L’apice di questa fatale mancanza si raggiunge in un’intervista a TeleRama in cui dice che si sarebbe posto mano alle alternative di sviluppo solo nel momento in cui fosse giunto il declino della grande industria. Una teoria dimostrata nei fatti con la totale mancanza di prescrizioni nel documento più importante per il futuro di Taranto, l’Autorizzazione Integrata Ambientale all’Ilva, le cui falle sono messe tutte in luce dalla recente perizia del Tribunale di Taranto. Un peccato imperdonabile giustificato con una mancanza di competenza assolutamente falsa dal momento che il Sindaco è la massima autorità sanitaria della città. Vantare con la Regione il varo delle legge anti-diossina non ha valore se poi non vengono previsti controlli continuativi, e la diossina non è certo l’unico veleno che uccide dalle nostre parti. La sua Giunta si caratterizza per continui walzer delle deleghe, defenestramenti e polemiche. Non a caso la maggioranza è rimasta traballante per tutta la durata della legislatura, trovando la quadratura del cerchio solo negli ultimissimi mesi, con un’inaspettata e larghissima alleanza elettorale di centro-sinistra, sindacati compresi, che pare più figlia della paura di qualche nemico all’orizzonte, che di reali convergenze mai registrate prima.
L’entusiasmo plebiscitario con cui fu eletto gli dava la grandissima opportunità di mettere su una Giunta tecnica post-dissesto di altissimo profilo, invece getta letteralmente alle ortiche l’offerta di aiuto della città e si lascia tirare la giacchetta dai partiti che lo sostengono. Risultato, una delle giunte più impreparate che la città ricordi e un continuo navigare a vista, che ha rischiato di avvalorare nella gente la pericolosa e sempre strisciante tesi per cui a essere “politicamente scaltri” sono solo i "disonesti". Annuncia per quattro volte l’uscita dal dissesto che di fatto non è ancora raggiunta, ma ha il merito di aver rimesso a posto i conti e aver ridotto i numerosi sprechi. In città si vede anche qualche alberello e qualche giostrina per bambini in più, ma il Sindaco è mancato completamente del polso necessario a far invertire rotta alla città come i tarantini chiedevano. L’apice di questa fatale mancanza si raggiunge in un’intervista a TeleRama in cui dice che si sarebbe posto mano alle alternative di sviluppo solo nel momento in cui fosse giunto il declino della grande industria. Una teoria dimostrata nei fatti con la totale mancanza di prescrizioni nel documento più importante per il futuro di Taranto, l’Autorizzazione Integrata Ambientale all’Ilva, le cui falle sono messe tutte in luce dalla recente perizia del Tribunale di Taranto. Un peccato imperdonabile giustificato con una mancanza di competenza assolutamente falsa dal momento che il Sindaco è la massima autorità sanitaria della città. Vantare con la Regione il varo delle legge anti-diossina non ha valore se poi non vengono previsti controlli continuativi, e la diossina non è certo l’unico veleno che uccide dalle nostre parti. La sua Giunta si caratterizza per continui walzer delle deleghe, defenestramenti e polemiche. Non a caso la maggioranza è rimasta traballante per tutta la durata della legislatura, trovando la quadratura del cerchio solo negli ultimissimi mesi, con un’inaspettata e larghissima alleanza elettorale di centro-sinistra, sindacati compresi, che pare più figlia della paura di qualche nemico all’orizzonte, che di reali convergenze mai registrate prima.