In piazza la Taranto che cambia. |
La Piovra è stata portata allo
scoperto. La paura di veder crollare la tana fatta coi suoi ramificati apparati
di interesse non le da più modo di strisciare, solo di dimenarsi nel tentativo
di salvare se stessa e tutti quelli che le gravitano attorno. E’ questo uno degli
aspetti più interessanti che sta riguardando la vicenda Ilva che tiene Taranto
sospesa fra l’ansia del passato e la voglia di futuro. Tentacoli fatti di
corruzione, collusioni, omissioni, reticenze e coperture che tutti sospettavamo,
ora sono lì sul tavolo, come carte di un vecchio gioco che non funziona più. Quanto stiamo osservando (e osserveremo) è
senza dubbio inquietante, ma il buio in cui si tessevano queste trame non c’è
più e con esso la rassegnazione a un destino che ci voleva poveri e sottomessi.
La politica locale tace sotto il
peso delle sue enormi responsabilità ed il fondato terrore che le prossime
intercettazioni possano sterminarla; la politica
nazionale s’indigna contro chi ha fermato la giostra del marciume e porta in
campo i panzer del Governo regalando a
Taranto un’attenzione che i tanti morti e malati di questa martoriata terra non
erano mai riusciti ad attirare prima; i sindacati legati a stretto giro con il potere ben oltre ciò che vogliono
far credere e i media dagli editori soliti
noti che agitano menzogne e denigrazioni per svilire una protesta che stavolta
non farà sconti. E’ tutto chiaramente sotto i nostri occhi che, per la
prima volta nella storia recente della città, non sono più chiusi, ma spalancati
sulla Verità. Quella che rende liberi e in grado di capire ogni cosa: giochi,
giochini e schieramenti a danno dei tarantini. Crollato da tempo immemore il
falso mito che partiti e parti sociali muovessero nell’interesse dei cittadini,
cade penosamente anche quello, soprattutto locale, della difesa degli interessi
dei lavoratori, utili solo se generatori
silenti di profitto altrui, a costo di una vita ridotta a valere pochissimo.
La melma raccolta a Taranto negli ultimi 50 anni è una montagna che i tarantini
non possono più sopportare e, se chi ci governa a tutti i livelli non fosse
accecato da denaro e potere, capirebbe che certi
moti sono inarrestabili: o li si sposa o se ne viene travolti. Vedere come
si muove la Piovra e assistere all’annientamento delle nostre tradizioni e della
nostra economia più sana, sta finalmente cancellando l’assioma inculcatoci per anni del “non ci sono alternative all’Ilva”, per lasciare il posto a quello del “non ci sono alternative A CAUSA dell’Ilva”.
Per questo la battaglia contro una fabbrica che non sarà mai compatibile con la
città e contro le altre propinateci in nome dell’interesse nazionale, sta
iniziando ad armarsi della pretesa di un nuovo modello di sviluppo, stavolta
deciso dai tarantini. Il neo
Comitato “Cittadini e lavoratori liberi e pensanti” (clicca QUI per aderirvi) ha creato il ponte che tutti volevamo per tenere unita la città,
consentendole di superare con enorme orgoglio la sua prova più difficile,
quella della manifestazione pro-Riva del 2 scorso, messa in piedi per intimidire la
Magistratura e naufragata invece sotto la spinta di una cittadinanza mai così
unita e consapevole. Il cantiere Taranto, quello vero e non quello dei tavoli
istituzionali, ha già aperto i battenti e si fa sul serio, domani grande manifestazione per una Taranto diversa (QUI per saperne di più) e dal 20 via ad un calendario di incontri con esperti di
economia e studiosi di riconversioni per tracciare un altro futuro, oltre a
quello di breve periodo delle bonifiche (clicca QUI per saperne di più sul primo incontro). Il Sistema, intanto, continua a tenere duro
e si guarda bene dall’indicare vie d’uscita che facciano rialzare la testa alla
città, gli interessi sono tropo grandi e il ricatto dovrà restare in piedi fino a
quando la barca non sarà affondata del tutto. Spesso è più facile leggere la
storia ad avvenimenti accaduti, dopo che si sono ricomposti i puntini che l’hanno
disegnata ma, sebbene si sia solo all’inizio di un duro braccio di ferro, oggi a
Taranto la sensazione che la si stia riscrivendo è netta.
PER I TUOI APPROFONDIMENTI
Gli ‘interessi nazionali’ a
Taranto: clicca QUI per conoscere i finanziamenti erogati dalla famiglia Riva ai principali partiti
italiani; QUI per conoscere le relazioni fra Udc e famiglia Caltagirone a capo della Cementir
di Taranto e editrice del giornale Il Quotidiano di Puglia; QUI le relazioni fra l’inceneritore di Massafra e il gruppo Marcegaglia di cui Emma, l'amm. delegato del gruppo, è anche presidente di Confindustria; QUI per conoscere quelle fra il presidente della Provincia di Taranto Florido e
l’Eni.