Alla stagione in corso è legata una storia di devozione assai antica
nella nostra città, che andrebbe recuperata quale patrimonio culturale del territorio.
In Primavera infatti, la mitologia vuole che abbia luogo il ritorno della Dea
Persefone dagl’Inferi! Abbiamo
imparato a conoscere Persefone (Proserpina per i romani) per via dei diversi
tentativi(*) di recuperare la magnifica scultura della Dea in Trono (V sec. a.C.), preziosa testimonianza del culto di cui
fu oggetto nella Città dei Due Mari e che il destino vuole lontana da Taranto sin
dal suo ritrovamento, ai primi del 1900. Fu in quel periodo che, venuta alla
luce in occasione di uno scavo nei pressi dell’Arsenale, fu subito trafugata per
venire poi acquistata da Guglielmo II di
Germania per l’incredibile cifra di un milione di marchi. La burocrazia ci ha fatto ormai capire che l’acquisto
fu regolare e che perciò l’opera non è più ottenibile. Oggi la Dea fa bella
mostra di sé, con quel sorriso ammaliante che precede di secoli quello della
Gioconda, in uno dei musei più importanti di Berlino, l’Altes Museum, dove
rappresenta il pezzo forte della collezione classica (vedi QUI). Ma perché si diceva che ritorna ogni primavera? Perché la leggenda
di Persefone è una delle più affascinanti storie d’amore della mitologia greca,
e addirittura micenea, che affonda le sue radici nel rapimento della Dea,
bellissima figlia di Zeus e di Demetra, ad opera di suo zio Ade, Dio
dell’oltretomba. Il mito tramanda che giunta negli Inferi, le fu offerta della
frutta, della quale assaggiò sei chicchi di melograno, ignara del fatto che,
chi si fosse nutrito dei frutti dell’oltretomba, ne sarebbe rimasto prigioniero
per l’eternità. Sua madre Demetra, Dea della fertilità e dell’agricoltura, che
prima di questo episodio procurava agli uomini interi anni di buon raccolto,
per la disperazione fece precipitare i campi in un inverno senza fine.
L’intercessione di Zeus portò ad un accordo secondo il quale, considerato che
Persefone aveva mangiato solo 6 chicchi e non il frutto intero, sarebbe rimasta
negl’Inferi solo per il numero di mesi equivalente a quello dei semi ingeriti. Persefone avrebbe così trascorso sei mesi
nell’oltretomba con il marito e sei sulla terra con la madre la quale, da
allora, avrebbe festeggiato il ritorno primaverile della figlia sulla terra, facendo
rifiorire la natura fino a tutta l’estate. I motivi legati all’amore, alla
fertilità e alla rinascita dopo la morte,
resero Persefone particolarmente venerata sin dai tempi dei micenei in
Grecia (1600-1100 a.C.). Celebri furono i Misteri Eleusini, riti
antichissimi che rappresentavano il ciclo perenne del riposo e del risveglio
della vita nelle campagne, testimoniati su diversi dipinti e ceramiche di varie
epoche. I riti si estesero a tutta la
Grecia antica e alle sue colonie, compresa la nostra Taranto, e da qui a Roma,
dove ebbero larga diffusione anche presso Cicerone e l’imperatore Adriano. Taranto
porta della cultura classica in
Occidente, un vanto da non dimenticare, insieme al mito della sua Persefone.
*In diverse occasioni si è
lavorato per ottenere una riproduzione fedele della Dea in Trono, ma senza
alcun risultato che andasse oltre agli annunci. Accadde nel 2009 quando
l’assessorato alla Cultura del Comune retto dalla prof.ssa Mignogna s’interesso
assieme all’allora ass. al Turismo della Regione Ostillio (leggi QUI).
E accadde l’ultima volta nel 2011 (leggi QUI)
per interessamento dell’allora assessore comunale all’Attuazione del Programma
Pierri, insieme al Soprintendente ai Beni Archeologici dell’epoca De Siena e
all’editore Massafra. Intenzione della I giunta Stefàno era quella di
collocarla presso il nuovo museo della città a palazzo Pantaleo. Ad oggi non
solo non si sa più nulla della Persefone, ma neppure dell’annunciata apertura
di palazzo Pantaleo.