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Il dott. Luigi La Rocca. |
1) Professor La Rocca, con l’inaugurazione dello
scorso 21 dicembre il Museo Nazionale di Taranto, una delle principali
raccolte archeologiche del Paese, ha sensibilmente incrementato la
superficie espositiva rispetto al recente passato: un buon viatico verso
la tanto attesa conclusione dei lavori, con l’allestimento del secondo
piano. Durante la cerimonia di riapertura Lei auspicava la chiusura del
cantiere entro il 2014, intanto può informarci se avrà seguito concreto la
proposta progettuale che prevede la realizzazione di una struttura in
vetro a copertura del chiostro dell’ex convento?
Ribadisco che il
Museo sarà completato entro il 2014 con l’allestimento del II piano e degli
spazi dedicati agli apparati multimediali e alle mostre temporanee al piano
terreno. Per
quanto riguarda il
chiostro non esiste una proposta progettuale che ne preveda la copertura in vetro;
è allo studio l’ipotesi di copertura con sistema mobile, tipo tensostruttura ma realizzata con tecniche e materiali di moderna concezione, al fine di utilizzare il chiostro per manifestazioni culturali durante tutto il corso dell’anno. Ripeto però, è una ipotesi sulla quale stiamo lavorando e non è detto che verrà realizzata.
quanto riguarda il
chiostro non esiste una proposta progettuale che ne preveda la copertura in vetro;
è allo studio l’ipotesi di copertura con sistema mobile, tipo tensostruttura ma realizzata con tecniche e materiali di moderna concezione, al fine di utilizzare il chiostro per manifestazioni culturali durante tutto il corso dell’anno. Ripeto però, è una ipotesi sulla quale stiamo lavorando e non è detto che verrà realizzata.
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Il chiostro dell'ex convento degli Alcantarini, nel MArTà. |
2) Fra i tanti straordinari reperti esposti nelle
sale appena inaugurate, spicca la novità assoluta costituita dai grandi
vasi a figure rosse recentemente restituiti all’Italia da importanti musei
americani, e ora entrati a far parte delle collezioni permanenti del
MArTa. Le difficili trattative che consentirono fra il 2007 ed il 2009 il
recupero al patrimonio della Nazione di queste come di altre notevoli
opere d’arte illecitamente esportate interessarono inizialmente anche un
eccezionale gruppo scultoreo in terracotta, raffigurante Orfeo fra due
sirene, conservato al Getty Museum di Malibù ma di provenienza tarantina.
Per quanto di sua conoscenza, ritiene possano esserci concrete possibilità
di rientro anche per queste opere?
A quanto ne so la
provenienza tarantina del gruppo di Orfeo e le Sirene fu suggerita da P.G.
Guzzo e A. Bottini, che hanno pubblicato il complesso. A suo tempo fu avviata,
proprio su richiesta della Soprintendenza, l’istruttoria per verificare se ci
fossero le condizioni per la richiesta di rimpatrio. Furono effettuati anche
sopralluoghi nell’area presunta del rinvenimento, tra Lama e S. Vito, senza che
fossero rilevati indizi di presenze archeologiche. Sembra che la procedura non
abbia avuto seguito per la mancanza di elementi che dimostrino
inequivocabilmente la provenienza tarantina del gruppo, necessari per tentare
il recupero. Gli oggetti a cui si faceva riferimento infatti sono rientrati nell’ambito
di un accordo bilaterale tra Stati Uniti e Italia che riguarda alcuni istituti
museali americani tra i quali non figura il Getty.
3) Infine, il Museo
Preistorico. Solo una parte delle ricche collezioni di preistoria e
protostoria del Museo sarà allestita nelle sale al secondo piano del
MArTa. Secondo una idea progettuale ormai datata, ad accogliere la
restante documentazione proveniente da tutta la Puglia dovrebbe essere
l’ex convento di Sant’Antonio, un contenitore prestigioso, ma che
attualmente è destinato a tutt’altre funzioni. Può informarci in merito?
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L'ex convento di Sant'Antonio (ph studio Start). |