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martedì 29 aprile 2014

SVILUPPO - La Primavera di Taranto passa anche dal I maggio


Un'immagine simbolo del I maggio 2013.
Sbaglia chi considera il I maggio di Taranto solo un grosso evento musicale. E’ piuttosto un enorme faro sui diritti negati a questa martoriata terra, mentre qualcuno vorrebbe riportarci il buio. E’ poi un tassello importante per costruire l’elemento base per qualsiasi cambiamento: la fiducia. Nondimeno è l'esempio di come si possa rendere attrattivo il nostro territorio in modo forte e sano. La storia non si cambia in pochi anni, specie se i moti della città non trovano rappresentanza nella politica che, al contrario, cerca di frenarne l’impeto. Però fino a qualche anno fa non c’erano neppure i tanti tarantini che oggi hanno compreso quanto fosse calpestata la loro dignità. Un piano ordito trasversalmente ha stabilito che Taranto dev’essere il tappeto sotto cui nascondere sabbia e fanghi della Nazione, figurarsi se può essere così facile smantellarlo. Questo sistema si nutre di connivenze, rassegnazione e
pessimismo, noi dobbiamo lavorare ai loro contrari. Ecco perché crederci è un dovere civico di tutti, dobbiamo sentircene responsabili. Dalla chiacchiera con gli amici alla battuta sui social network, fino ad arrivare ai princìpi e alla ribalta di eventi che inorgogliscono come questo, il cambiamento si alimenta di tutto.
Per tanti risulta più facile piegarsi ai dogmi di questo sistema strisciante, piuttosto che combatterlo, ma la strada più corta e indolore raramente porta alla felicità, ne siamo tutti testimoni. Viviamo in una città dove lo Stato non ha creato solo danni materiali: Italsider, Eni, Marina, hanno dato lavoro, ma chiesto molto di più. Hanno ridotto la vita a un bene negoziabile e ci hanno educato a indolenza e clientelismo. Ecco perché rimboccarci le maniche ora ci risulta così faticoso. Ma nessun cambiamento repentino è mai stabile, per questo la frustrante lentezza della virata può esserci complice nel costruire fondamenta più solide. Per l’evento di giovedì sono previsti dibattiti e incontri, oltre alla musica e verrà gente da ogni parte d'Italia. Gli artisti che interverranno lo faranno gratuitamente, perché hanno compreso che da Taranto può partire la riscossa per l’intero Paese. Tumulti come quelli di Taranto, che da eventi come quello di giovedì traggono energia, sono irreversibili, destinati a crescere e, oltre a dar fastidio, sono temuti da chi vive di marciume. Vogliamo dargli la soddisfazione di non crederci proprio noi?

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