via Duomo ieri sera. |
Quarta serata e quarto successo ieri per l’evento che ha riportato la luce nei meravigliosi e stretti vicoli del borgo antico di Taranto. Ancora migliaia di visitatori entusiasti per l’Isola che Vogliamo, arricchita ieri dallo spettacolo teatrale di Enrico Messina, presentato dal Crest nell’incantevole scenario del chiostro di Santa Chiara; dal pizzico di America portato sulle chianche del centro storico dal duo The Old Timers; dall’arte di Davide Intelligente; dalla presentazione di Malafede, l’ultima fatica letteraria di Maurizio Cotrona introdotta da Giuliano Pavone; dalla musica dei Nottetempo e di Cosa; dalle mostre della Torre dell’Orologio e del Cantiere Maggese; dal teatrino per i più piccoli e dalla contagiosa gioia dispensata dagli impagabili amici di Mister Sorriso. Quarto appuntamento che segna anche il giro di boa della manifestazione, con due riflessioni che sono il segno del suo grande successo: la prima è che non è più solo via Duomo a dare l’idea delle presenze, tarantini e turisti stanno via via abbandonando i percorsi tracciati dalla Settimana Santa e sempre più amano addentrarsi alla scoperta di vicoli, slarghi e postierle meno battute, per lasciarsi appassionare dall’irresistibile fascino dell’Isola. L’altra è una conquista che leggi nei sorrisi e ascolti nei commenti della gente, unanimemente rapita dalla storia di quelle mura, dall’atmosfera e dal desiderio che tutto questo sia solo un nuovo inizio per Taranto. Si tratta di un nuovo orgoglio che è chiaramente dovuto alla consapevolezza che quanto sta avvenendo è figlio dei tarantini. Niente stavolta è stato calato dall’alto e niente lascia pensare che si tratti di un evento estemporaneo, magari creato per dare visibilità al politico di turno. Il risultato è che non c’è spazioquesta volta per analisi in agrodolce o per la troppo ricorrente critica pessimistica… ed è dolce, dolcissimo guardare ora a quella strada in salita con la voglia pazza di percorrerla fino in fondo.