Il logo del progetto "Per Taranto nell'Unesco".
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Si è insediato ieri, 19 dicembre 2011, il gruppo di lavoro
che candiderà a patrimonio dell’umanità il borgo antico di Taranto. Alle
10, all’interno delle stanze di Palazzo Latagliata sono convenuti esperti e
colonne portanti della storia e dell’archeologia di Taranto come il Mons. Prof.
Fonseca, il Dirigente Arch. Rufolo e la Professoressa e Architetto Tatiana
Kirilova Kirova, docente ordinario al Politecnico di Torino ed esperto nei
processi di conoscenza e di valorizzazione per la gestione dei siti italiani
UNESCO (leggi QUI il nostro post sui componenti del gruppo di
lavoro). Il tutto presentato e presieduto dall’Assessore al Borgo Antico Davide
Nistri. Si avvia così il processo che porterà all’inserimento del
patrimonio candidato dalla pubblica amministrazione di Taranto nella lista
propositiva dei siti naturali e culturali che ogni paese europeo costituisce
periodicamente. Un processo che parte da un completo censimento di tutto ciò
che è stato e che è, in materia progettuale, urbanistica, sociale,
antropologica e storica del sito che si intende candidare. Sarà un lavoro
minuzioso e complesso che ci porterà a competere con 40 altri siti iscritti
alla lista propositiva italiana. Questo sarà il primo step. Successivamente,
Taranto dovrà redigere un piano di gestione ad hoc al fine di
raggiungere l’obiettivo più ostico della vera e propria iscrizione alla lista
dei siti candidati a patrimonio dell’umanità. Un piano di gestione, non solo
inteso come strumento di tutela di conservazione dell’area prescelta ma come
processo per una valorizzazione culturale ed economica da proporre come volano
di sviluppo su vasta area. Il piano di gestione così articolato, strumento
prescritto per l’iscrizione alla World Heritage List (per saperne di più
clicca QUI)
per l’ambito territoriale su cui insistono i beni iscritti e che deve essere
considerato, per tale ragione, territorio di eccellenza per la qualità degli
interventi e della gestione delle risorse, dovrebbe comunque essere applicato
alla restante parte di territorio e ai contesti ambientali anche non compresi
nelle perimetrazioni della lista del patrimonio mondiale; questo, per evitare
discrepanze di prescrizioni tra le zone protette e le restanti parti del
territorio. Si prospetta così, una rivoluzione nel sistema di progresso
della città di Taranto che, per la prima volta, studia e sottoscrive un piano
di sviluppo basato e centrato sulla crescita culturale e turistica della città
tutta. ViviTaranto augura buon lavoro a tutta la commissione.
di Valentina Castronuovo