Taranto fra i suoi due Mari. |
La notizia era attesa da mesi in quanto portatrice di
enormi speranze per la città. La Marina Militare, con i comandanti Toscano e
Lupo, ha presentato ieri il suo piano regolatore generale, in base al quale ha
comunicato le aree su cui concentrerà le sue attività e quelle che invece
lascerà libere. L’elenco di queste ultime è preziosissimo e comprende grossa
parte della Stazione Torpediniere
sul Mar piccolo, l’ospedale militare,
l’isola di San Paolo, la caserma Mezzacapo, i Baraccamenti Cattolica (l’area compresa
fra via Crispi e via Di Palma), la Torre
D’Ayala in viale Virgilio e l’area nelle sue adiacenze, alcuni terreni in prossimità di Maricentro, l’ex artiglieria accanto al mercato Fadini
e il centro sportivo di via Cugini,
già in parte oggetto di accordo con Comune e Provincia al servizio delle
scuole. Un tesoro immenso, sia per il suo potenziale turistico-culturale, che
per il valore economico in sé, stimato in 500mln di euro e che, va detto,
grazie alla Marina è stato preservato dal dissennato sviluppo urbanistico
concepito in particolar modo fra gli anni ‘50 e ’70. Dal canto sua la Marina
potenzierà l’Arsenale, le scuole Cemm di San Vito - che saranno dedicate
completamente alla formazione - e punterà sulla sede di Maricentro come sede
amministrativa e sulla base di Mar Grande per l’aspetto operativo. La formula
prevista per la cessione è quella della permuta,
cioè lo scambio di beni con eventuali saldi perché, se da un lato la città
vuole acquisire spazi da dedicare al turismo, dall’altro la Marina necessita di
un nuovo ospedale militare, di altri alloggi, di un autoreparto e di nuovi
campi sportivi da realizzare fra la base navale e San Vito. Si tratta
indubbiamente dell’occasione che Taranto cercava e per la quale ora dovrà farsi
trovare pronta con un disegno chiaro ed organico del proprio futuro che eviti
gli errori del passato e, soprattutto, coincida con le attese dei tarantini.
Qualcosa è stato già previsto nell’ambito del programma di Area Vasta (leggi
QUI i progetti già messi a punto), ma di certo l’ostacolo da superare sarà
adesso quello del reperimento di fondi pubblici e privati con cui acquisire e
convertire le aree. Si è già mossa la sezione locale di Assonautica, la quale
ha fatto preparare un progetto per la realizzazione di un porticciolo
turistico, di un museo del mare e di un acquario nell’area ex fiera del mare in
viale Virgilio (in verità idee già proposte dal Comune per l’ex Stazione
Torpediniere). Anche l’Autorità Portuale ha nel cassetto un proprio progetto
per la banchina Torpediniere da adibire ad attracco per navi passeggeri e yacht che andrà valutato. L’importante partita
continuerà ora ad essere giocata fra enti locali, Ministero della Difesa e la
SpA Difesa e Servizi, con la società civile chiamata al fondamentale ruolo di
indirizzo e controllo perché, stavolta, non si dovrà sbagliare proprio nulla.