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giovedì 1 dicembre 2011

TRE DOMANDE A... Giuseppe Cassaro, compositore di musiche per il cinema

Giuseppe Cassaro al suo pianoforte.
Qualche settimana fa vi parlammo di Giuseppe Cassaro, ventisettenne compositore tarantino, autore delle splendide musiche de La strada verso casa (ascoltale QUI), film per la regia di Samuele Rossi, in selezione presso numerosi film festival italiani ed internazionali e pluri-premiato al festival Terra di Siena (leggi QUI il nostro post). Sabato 3 il lungometraggio sarà proiettato al festival del cinema indipendente di Foggia, mentre è già in programma la realizzazione del film documentario dal titolo “Il Castello”, liberamente tratto dall’omonimo romanzo di Kafka. Al centro della scena di questo nuovo lavoro, prodotto in collaborazione con la EchiVisivi, ci sarà la nostra città e i suoi abitanti, con un’ampia riflessione tra presente e tradizione in riva ai due Mari. Cassaro mette dunque il suo talento a disposizione di Taranto, portandola con sé in giro per il mondo e dando respiro ad un nuovo vento culturale. Anch’egli perciò fa pienamente parte di quel “lato migliore della città” che chiede sempre più spazio e a cui ci piace dare risalto. Per questo lo abbiamo avvicinato per l’intervista che vi proponiamo. 
Giuseppe, la tua formazione di compositore per il cinema ti ha portato gioco forza lontano da Taranto ma, come spesso accade per i tarantini fuori sede, il legame con la città non si è indebolito, come spieghi questa forza… Ad un certo punto del mio viaggio ho deciso di utilizzare un nome d'arte: TERRA, Giuseppe Terra. Il motivo è tutto in quella forza. Seppur felice di studiare e scoprire nuove sfumature della vita tra Pisa, Roma, l'estero... il pensiero e il senso di crescita ritornano sempre alla famiglia, alle strade dell'infanzia, alle emozioni che trovano le loro radici a Taranto. Il seme della musica, ad esempio, lo gettò mio padre.; lo ha coltivato e oggi parte della mia arte è sua, della sua educazione. Nonostante i suoi tanti problemi, nella nostra città sta covando un certo fermento sotto alla cenere, segno che i tanti cuori che battono per lei stanno diventando energia propositiva, forse anche la prossima realizzazione de “Il Castello” è figlia di questo fenomeno? Ho 27 anni. Ho trascorso la mia adolescenza ad inventare un modo diverso di "essere giovane" con i miei gusti, le mie esigenze, i miei divertimenti. Così oggi, che sono più lucido nei giudizi, dico che Taranto può dare a chi è in grado di ricevere, a chi ha certezza di quel che cerca, di quel che vuole. Sotto la cenere -appunto- c'è un mondo che vuole essere raccontato nelle sue sfumature intrise di umanità, nelle sue peggiori abitudini, nel suo energico potenziale. In questa direzione il progetto de "Il castello": un genuino ritratto del cuore di un popolo svestito della sua pallida mediocrità culturale. Il mio modo personale di riavvicinarmi a Taranto, di capire, di essere capito. Le sonorità dei tuoi lavori sono di grande intensità e raffinatezza con il pianoforte a guidare spesso la musica, quali sono gli strumenti che meglio riescono a far vibrare l’anima? Il pianoforte è indubbiamente uno strumento che veicola le emozioni, stuzzica riflessioni e i pensieri più intimi. Ed è lo strumento che abbraccia l'anima, a volte stravolge. E' difficile, al di là dei gusti, rimanere impassibili dinnanzi all'intensità e calore delle sue sonorità. Ma lavorando le immagini diventa più complicato liberare le emozioni perché la musica deve essere al servizio della storia, deve veicolarne le emozioniIn che misura le musiche che componi prendono ispirazione dai film? Le mie composizioni nascono ben prima di vedere le immagini. E' capitato addirittura (è il caso de "La strada verso casa") che sul set di riprese si ascoltassero provini musicali, in modo da orientare emotivamente il lavoro di regista e attori. Nel mio approccio compositivo contano molto le parole, indicazioni anche solo approssimative sulla base delle quali sviluppo una mia idea. Creare su immagini trasformerebbe la mia musica in mero commento didascalico. E' come se le musiche le componessi per un mio film immaginario; successivamente l'incontro di intenti con il regista, quelle che erano le mie sensazioni si trasformano in musica e in sensazioni del film, della storia, dei personaggi. E' un percorso affascinante che muove da sonorità elettroniche e acustiche: pianoforte, synth, chitarre e quant'altro. Il resto viene da séCi sarà occasione per i tarantini di ascoltarti dal vivo? Sto lavorando proprio in questo periodo ad una nuova veste delle musiche del film, da poter proporre dal vivo nei locali della nostra città. Ad oggi non so di preciso quando, ma ci sarà indubbiamente l'occasione. E' un viaggio che sto compiendo insieme ad altri ragazzi di Taranto, preparatissimi e motivati: Livio Bartolo (che ha collaborato con me alla stesura delle parti per chitarra nel film), Andrea Musci, Giordano Olivieri, e molti altri ancora. Ne approfitto, pertanto, per invitare tutti gli amici di ViviTaranto!!!!! A presto...

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