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sabato 3 dicembre 2011

CULTURA – Un libro sotto l’albero come antidoto ai metodi della politica

Il saggio di Zagrebelsky.
Natale, tempo di consumismo, ma dovrebbe esserlo anche di riflessioni. In questo post intendiamo darvi un consiglio per gli acquisti natalizi che siamo certi potrà far coincidere queste due visioni, con particolare riferimento a quest’ultima. Per una volta non parleremo precipuamente di Taranto bensì, più in generale, di certi metodi della politica, quelli della persuasione ad ogni costo, compresi quelli della distorsione delle parole per plagiare le menti. Se ne parla compiutamente in “Sulla lingua del tempo presente”, il breve saggio di Gustavo Zagrebelsky che vi consigliamo di leggere e regalare. In esso vengono affrontati alcuni dei "luoghi comuni linguistici" più diffusi e svelati i significati nascosti dietro ad un linguaggio che rischia di uniformare il pensiero rendendolo sempre più schiavo del potere. Un invito a resistere alla forza omologatrice della parola che muove dalla riflessione che molte espressioni entrano prepotentemente nel linguaggio quotidiano senza consapevolezza e senza essere più sottoposte al vaglio critico dei singoli. Pensiamo ad esempio alla "discesa in politica". Essa rimanda ad un'immagine salvifica di soggetti che abbandonano la dimensione superiore propria di una vita di successo per scendere ad occuparsi di cose terrene e di un popolo altrimenti votato alla perdizione. Perché non parlare piuttosto di “ingresso” o “ascesa” in politica, immaginando che i rappresentanti politici debbano mettersi a disposizione di qualcosa di più "alto" nell'interesse generale? Vi è poi il dono, il quale ridisegna il concetto di politica trasformandolo in un rapporto di gratitudine verso il benefattore al quale assicurare riconoscenza e fedeltà. Se questi "sentimenti" vengono meno, gli “infedeli” vengono bollati come mantenuti ingrati. Il dono in questa visione perde la sua caratteristica principale e cioè la sua gratuità, per divenire merce di scambio, interesse o, peggio, utilizzato verso soggetti in stato di bisogno assicurandosene il voto. Un riconoscimento pubblico a fini di consenso elettorale che priva il dono perfino di quella riservatezza che dovrebbe essergli propria. Altra perla è l’espressione di “mettere le mani nelle tasche degli italiani", una di quelle che più dovrebbero farci riflettere sulle cose che le parole non dicono. Oggi, tanto a destra quanto a sinistra, sentiamo utilizzare questa espressione per accusarsi di aver..., o per compiacersi di non aver.... Questa rivela una concezione del rapporto cittadini-Stato secondo la quale le tasse rappresentano un furto dinanzi al quale resistere. L'evasore non è pertanto un parassita che vive alle spalle della collettività, ma un soggetto che merita quantomeno la nostra solidarietà. Lo Stato come nemico nei confronti del quale utilizzare uno "scudo"per difendere capitali rientrati da luoghi sicuri con una tassazione minima. La politica come redistribuzione delle risorse, come riduzione delle diseguaglianze da realizzare anche attraverso le tasse e come offerta di servizi pubblici, rischia di tramontare pericolosamente a vantaggio di un individualismo che rifiuta obblighi sociali e ricerca esclusivamente l'interesse privato. Fateci conoscere la vostra opinione a riguardo. Buona lettura! Per far dono invece della tua passione per Taranto, vieni a visitare la pagina "Taranto in Libreria" del nostro sito QUI, vi troverai i principali volumi riguardanti la nostra città e quelli scritti da autori tarantini.

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