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mercoledì 11 gennaio 2012

SVILUPPO - Beni Unesco, una proposta per candidare Città Vecchia, Gravine, Mar Piccolo e l'Isola di San Paolo insieme

L'isola di San Paolo.
Il sindaco Stefàno e il presidente dell'Autorità Portuale Prete hanno smentito la possibilità che l'isola di San Paolo possa finire ai privati come si vociferava in questi giorni ed hanno avanzato una richiesta al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per farla rientrare nelle aree di competenza portuale al fine di riportarla sotto l'ala pubblica. Si tratta di un interessamento che potrebbe scongiurare il rischio di speculazioni che svilirebbero il valore culturale e naturalistico della più piccola delle Cheradi e aprire, come ipotizzato da Prete, alla possibile pubblicazione di un bando internazionale di progettazione in grado di valorizzarla al meglio. Il dibattito sulla sua utilizzazione è in atto da anni ed ha espresso numerose idee interessanti sulle quali ci si è tornati a confrontare, nella speranza che il Ministero dia presto parere favorevole alla proposta di acquisizione di Comune e Autorità Portuale. Fra queste ricordiamo quella di farne un'area naturale protetta avanzata dalla Fondazione Michelagnoli (la trovi QUI), o quella di farne un centro di servizi per il cinema avanzata dal dott. Ezio Ricci della Taranto Film Commission, nell'ambito del programma strategico di Area Vasta (leggila QUI). Entrambe sono sintesi del progetto elaborato nell’alveo del Comitato per la valorizzazione delle isole Cheradi (Co.V.I.C.). In passato si parlò anche della realizzazione di un casinò e di un centro velico, ma tutto sembra convergere verso un utilizzo sostenibile di San Paolo quale parco naturalistico e culturale. L’ultima proposta in ordine di tempo è molto interessante e vale la pena di valutarne attentamente la percorribilità. E’ arrivata in questi giorni da Preneste Anzolin, del coordinamento provinciale del Parco delle Gravine ed è quella di candidare a bene Unesco, in un’unica soluzione, il Borgo antico di Taranto, il Parco regionale Terra delle Gravine, l’isola di San Paolo e i siti di interesse comunitario del Mar Piccolo (Saline e Palude La Vela). Una combinazione fra storia, cultura e ambiente in grado di rafforzare la proposta tarantina e portarla a distinguersi dalle innumerevoli altre candidature. Sebbene i criteri di valutazione della commissione Unesco siano mutati nel corso degli anni, l’idea non pare azzardata, come ha potuto verificare anche il dott. Gianpiero Romano, curatore del sito archeologiataranto e membro di ViviTaranto, che porta l’esempio di Siracusa, alla quale nel 2005 fu attribuito l’ambìto riconoscimento, tanto per la parte vecchia della città (l’isola di Ortigia) che per la località naturalistico-archeologica di Pantalica, distante 40 km. Per Taranto si è da poco insediata una commissione che sta lavorando per la presentazione della candidatura del Centro storico (leggi QUI il nostro post a riguardo), mentre per le Gravine giace ancora nei cassetti della Provincia un vecchio progetto mai presentato. Considerata la prossima dismissione di San Paolo e il valore naturalistico del nostro Mar Piccolo, perché non studiare questa grossa opportunità?

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