SVILUPPO - Beni Unesco, una proposta per candidare Città Vecchia, Gravine, Mar Piccolo e l'Isola di San Paolo insieme
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L'isola di San Paolo. |
Il sindaco Stefàno
e il presidente dell'Autorità Portuale Prete hanno smentito la possibilità che
l'isola di San Paolo possa finire ai privati come si vociferava in questi
giorni ed hanno avanzato una richiesta al Ministero delle Infrastrutture e dei
Trasporti per farla rientrare nelle aree di competenza portuale al fine di
riportarla sotto l'ala pubblica. Si tratta di un interessamento che potrebbe
scongiurare il rischio di speculazioni che svilirebbero il valore culturale e
naturalistico della più piccola delle Cheradi e aprire, come ipotizzato da
Prete, alla possibile pubblicazione di un bando internazionale di progettazione
in grado di valorizzarla al meglio. Il dibattito sulla sua utilizzazione è in
atto da anni ed ha espresso numerose idee interessanti sulle quali ci si è
tornati a confrontare, nella speranza che il Ministero dia presto parere
favorevole alla proposta di acquisizione di Comune e Autorità Portuale. Fra
queste ricordiamo quella di farne un'area naturale protetta avanzata dalla
Fondazione Michelagnoli (la trovi QUI), o quella di farne un centro di servizi per il cinema
avanzata dal dott. Ezio Ricci della Taranto Film Commission, nell'ambito del
programma strategico di Area Vasta (leggila QUI). Entrambe sono sintesi del progetto elaborato nell’alveo
del Comitato per la valorizzazione delle isole Cheradi (Co.V.I.C.). In passato
si parlò anche della realizzazione di un casinò e di un centro velico, ma tutto
sembra convergere verso un utilizzo sostenibile di San Paolo quale parco
naturalistico e culturale. L’ultima proposta in ordine di tempo è molto
interessante e vale la pena di valutarne attentamente la percorribilità. E’
arrivata in questi giorni da Preneste Anzolin, del coordinamento provinciale
del Parco delle Gravine ed è quella di candidare a
bene Unesco, in un’unica soluzione, il Borgo antico di Taranto, il Parco
regionale Terra delle Gravine, l’isola di San Paolo e i siti di interesse
comunitario del Mar Piccolo (Saline e Palude La Vela). Una combinazione fra storia, cultura e ambiente in grado
di rafforzare la proposta tarantina e portarla a distinguersi dalle
innumerevoli altre candidature. Sebbene i criteri di valutazione della
commissione Unesco siano mutati nel corso degli anni, l’idea non pare
azzardata, come ha potuto verificare anche il dott. Gianpiero Romano, curatore
del sito archeologiataranto e membro di ViviTaranto, che porta l’esempio di Siracusa,
alla quale nel 2005 fu attribuito l’ambìto riconoscimento, tanto per la parte
vecchia della città (l’isola di Ortigia) che per la località naturalistico-archeologica
di Pantalica,
distante 40 km. Per Taranto si è da poco insediata una
commissione che sta lavorando per la presentazione della candidatura del Centro
storico (leggi QUI il nostro post a riguardo), mentre per le Gravine giace ancora nei cassetti della Provincia un
vecchio progetto mai presentato. Considerata la prossima dismissione di San
Paolo e il valore naturalistico del nostro Mar Piccolo, perché non studiare
questa grossa opportunità?
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