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martedì 7 febbraio 2012

SVILUPPO – “Fare sistema”…sì ma quello degli altri

Aerea di Taranto.
Le recenti, rinnovate, rimostranze dell’ass. regionale ai Trasporti Minervini riguardo al ruolo dell’aeroporto di Taranto-Grottaglie, fanno tornare prepotentemente in auge una logica in sé ineccepibile: quella del “fare sistema”. La Regione sta profondendo molte energie per ottimizzare l’offerta di servizi e renderli più competitivi sui mercati. Nel caso degli aeroporti, da Bari si vuole che Taranto sia dedicata all’industria aeronautica ed al cargo, mentre Bari, Brindisi e ora Foggia, al traffico passeggeri, sebbene dei poli aeronautici siano presenti anche in queste due ultime città. Benissimo... ma c'è un particolare non di poco conto però, cioè che l’Arlotta è attrezzato per i voli civili e niente affatto per i cargo, che invece operano nelle solite Bari e Brindisi. Ricapitolando: a Taranto niente voli civili perché danneggerebbero Bari e Brindisi, ma ok ai trasporti cargo che però continuano ad operare a Bari e Brindisi, senza che per Grottaglie si stia facendo nulla. Ok complementarietà, ma qui c’è qualcosa che non torna. Proviamo allora ad allargare il discorso ad altri ambiti, perché qualcuno, anche a Taranto, pensa che avere un aeroporto così vicino a quello di Brindisi sia un inutile doppione, nonostante Brindisi abbia manifestato il bisogno di raddoppiare lo scalo, perché non riesce più a sostenere il crescente traffico. Parliamo di Università. Da Bari non vedono di buon occhio l’autonomia del Polo ionico, perché non sarebbe economico e rischierebbe il fallimento in ragione delle nuove disposizioni governative sul numero minimo di iscritti. Quindi università autonome per Bari, Lecce e Foggia e Taranto a “fare sistema”. Anche qui c’è qualcosa che non torna, specie se pensiamo che a Bari e Lecce sono presenti numerose facoltà a numero chiuso che non riescono a soddisfare la domanda degli studenti. Non torna neppure la gerarchia che vuole a Bari un moderno policlinico, cioè un ospedale collegato a Medicina e a Taranto facoltà che di fatto sono al servizio di questi centri. Passiamo al porto. A Bari e Brindisi il traffico merci e passeggeri, a Taranto quello industriale e, forse, quello logistico. Se si prova a parlare di traghetti o navi commerciali apriti cielo: sarebbe intollerabile in un’ottica di sistema! Non parliamo poi delle ferrovie, in cui accade che, mentre Bari strappa finanziamenti per diventare nodo ferroviario di importanza nazionale, a Taranto manca poco che ci si torni a spostare in  diligenza. Nell’ambito delle arti visive la Regione ha anche finanziato la realizzazione dei cineporti di Bari e Lecce nell’arco del solo 2010 (qui la complementarietà, in ragione della breve distanza fra le due città non è stata considerata). Nella nostra città arriviamo perfino, come successo nei giorni scorsi, a presentare in Comune la stagione teatrale del Petruzzelli…e chissà che anche sull’ipotesi di avere un teatro comunale che si rispetti non ci siano i veti dei nostri vicini. Il bello è che non ce le mandano manco a dire. Da Brindisi il presidente della Provincia Ferrarese, sin dai tempi in cui era a capo degli industriali messapici, diffidò Taranto dal pretendere i voli passeggeri a Grottaglie, dal momento che lo scalo aveva già osato ospitare l’insediamento Alenia. Il sindaco di Bari Emiliano, invece, ebbe a dire in una recente visita nella nostra città, e con malcelata arroganza, che il porto di Taranto sarebbe dovuto essere lo scalo industriale al servizio del capoluogo di regione. A mettere insieme le dichiarazioni di Ferrarese, Emiliano, Franchini, Minervini e Di Paola vari, noterete un fattor comune che, a nostro modesto avviso, rappresenta il nòcciolo di tutta la questione. Nell’ammonire Taranto richiamandola alla sua vocazione “industriale”, tutte queste ‘autorità politiche’, si rivolgono a noi tarantini e non alle nostre istituzioni. Lo si capisce dai toni usati, che scavalcano senza indugio ogni elementare forma di diplomazia nei confronti dei nostri enti locali. Sarà forse perché è proprio nei nostri amministratori, di ogni ordine e bandiera, che risiede la ben remunerata vocazione di cui sopra? Dimenticavamo! Una cosa c'è che abbiamo solo noi a Taranto e che i vicini rispettano in nome della complementarietà... le discariche di rifiuti speciali! Sì, perché quando sentite parlare di discariche di questo tipo in Puglia, stanno parlando di Italcave e Vergine a Taranto ed Ecolevante a Grottaglie, altre non ve ne sono. E volete che non pensiamo che dietro a tutto questo non ci sia un preciso disegno politico?



Segue la mail che abbiamo inoltrato all'ass. Minervini.
Usa i link presenti per i tuoi approfondimenti e per far sentire la tua voce con i nostri amministratori: a partecipare c'è più gusto, a guadagnarci è la tua città!

Gent.mo ass. Minervini,
la sentiamo spesso parlare, a proposito dello scalo di Taranto-Grottaglie, della necessità di “fare sistema”. In linea di principio siamo d’accordo con tale logica che consente di fare economia, creare specializzazioni e ottimizzare l’offerta di servizi per il mercato. Siamo tanto d’accordo che invitiamo anche lei a fare maggiormente sistema con gli altri rami assessorili, in quanto questa logica della complementarietà ci viene invocata da più parti e da tutte con uguale richiesta di subalternità. Insomma Taranto è la seconda città della regione e, in una logica di sistema, dovrebbe a volte ricevere investimenti che altrove si reputano secondari, a volte scegliere essa stessa per prima lasciando il resto agli altri. Lei potrà obiettarci che gli investimenti di tipo industriale non siano secondari, ma ci auguriamo non vorrà privarci della facoltà di decidere da noi se questi siano preferibili o meno ad altri tipi di investimento meno invasivi. Che lei e i suoi colleghi, o i nostri amministratori locali, lo comprendiate o no, a Taranto crediamo nell’enorme potenziale turistico e culturale del nostro territorio e per questa via ci stiamo rimboccando le maniche come mai prima. Non crediamo ce ne sia bisogno, ma ci piacere farle una veloce carrellata fra gli ambiti in cui viene decretata la nostra condizione di “figli di un Dio minore”. Nell’ambito aeronautico sono previsti i voli civili a Bari e Brindisi, mentre i cargo…pure, a parte le dichiarazioni di circostanza. Per il porto, a Bari e Brindisi le navi passeggeri e la logistica, a Taranto i trasporti industriali e, si spera presto, anche il ramo logistico. Per l’Università, a Bari la sede e a noi la succursale, con un numero di facoltà residuale e servizi di scarso ordine. Per le ferrovie, a Bari il nodo regionale, a noi i cambi e fra un po’ le corriere. Nell’ambito delle arti la Regione ha poi pensato di insediare, nello stesso anno, due cineporti a Bari e Lecce (qui la logica del “fare sistema” è venuta meno) mentre qui il nulla. In definitiva parliamo di “fare sistema” o del fatto che Taranto debba sostenere quello degli altri? In ultimo ci permetterà qualche considerazione di merito nell’ambito dello scalo di Taranto-Grottaglie. Lei ultimamente ha dichiarato che la soglia minima per consentire l’apertura di un aeroporto è 1 milione di passeggeri, ma non era stata Aeroporti di Puglia a confermare in 900.000 il potenziale bacino di Taranto? A proposito di economia, non le sembra un peccato non cogliere l’opportunità di attingere utenze dall’area calabro-lucana sprovvista di aeroporti? E non era stata Brindisi a chiedere un raddoppio del Papola-Casale per non riuscire più a sostenere il crescente traffico? Non sarebbe l’Arlotta la stampella ideale per Brindisi? E i soldi stanziati a livello comunitario per adeguare l’Arlotta agli standard richiesti e far partire i voli passeggeri che fine hanno fatto?

Contando in una sua gentile replica, la ringraziamo e salutiamo cordialmente
ViviTaranto
Rete di associazioni, privati e cittadini per lo sviluppo turistico-culturale di Taranto

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