Aerea di Taranto. |
Le
recenti, rinnovate, rimostranze dell’ass. regionale ai Trasporti Minervini
riguardo al ruolo dell’aeroporto di Taranto-Grottaglie, fanno tornare prepotentemente
in auge una logica in sé ineccepibile: quella del “fare sistema”. La Regione
sta profondendo molte energie per ottimizzare l’offerta di servizi e
renderli più competitivi sui mercati. Nel caso degli aeroporti, da Bari si
vuole che Taranto sia dedicata all’industria aeronautica ed al cargo, mentre
Bari, Brindisi e ora Foggia, al traffico passeggeri, sebbene dei poli aeronautici
siano presenti anche in queste due ultime città. Benissimo... ma c'è un particolare non
di poco conto però, cioè che l’Arlotta è attrezzato per i voli civili e niente
affatto per i cargo, che invece operano nelle solite Bari e Brindisi.
Ricapitolando: a Taranto niente voli civili perché danneggerebbero Bari e
Brindisi, ma ok ai trasporti cargo che però continuano ad operare a Bari e Brindisi, senza che per Grottaglie si stia facendo nulla. Ok complementarietà, ma qui c’è
qualcosa che non torna. Proviamo allora ad allargare il discorso ad altri ambiti, perché qualcuno, anche a Taranto, pensa che avere un aeroporto così vicino a
quello di Brindisi sia un inutile doppione, nonostante Brindisi abbia
manifestato il bisogno di raddoppiare lo scalo, perché non riesce più a sostenere
il crescente traffico. Parliamo di Università.
Da Bari non vedono di buon occhio l’autonomia del Polo ionico, perché non
sarebbe economico e rischierebbe il fallimento in ragione delle nuove disposizioni governative sul numero minimo di iscritti. Quindi università autonome per Bari,
Lecce e Foggia e Taranto a “fare sistema”. Anche qui c’è qualcosa che non
torna, specie se pensiamo che a Bari e Lecce sono presenti numerose facoltà a
numero chiuso che non riescono a soddisfare la domanda degli studenti. Non
torna neppure la gerarchia che vuole a Bari un moderno policlinico, cioè un
ospedale collegato a Medicina e a Taranto facoltà che di fatto sono al servizio
di questi centri. Passiamo al porto.
A Bari e Brindisi il
traffico merci e passeggeri, a Taranto quello industriale e, forse, quello
logistico. Se si prova a parlare di traghetti o navi commerciali apriti cielo:
sarebbe intollerabile in un’ottica di sistema! Non parliamo poi delle ferrovie, in cui accade che,
mentre Bari strappa finanziamenti per diventare nodo ferroviario di importanza
nazionale, a Taranto manca poco che ci si torni a spostare in diligenza. Nell’ambito delle arti visive la Regione ha anche finanziato la
realizzazione dei cineporti di Bari e Lecce nell’arco del solo 2010 (qui la
complementarietà, in ragione della breve distanza fra le due città non è stata
considerata). Nella nostra città arriviamo perfino, come successo nei giorni
scorsi, a presentare in Comune la stagione teatrale del Petruzzelli…e chissà che anche
sull’ipotesi di avere un teatro comunale che si rispetti non ci siano i veti
dei nostri vicini. Il bello è che non ce le mandano manco a dire. Da Brindisi il presidente della Provincia Ferrarese, sin
dai tempi in cui era a capo degli industriali messapici, diffidò Taranto dal
pretendere i voli passeggeri a Grottaglie, dal momento che lo scalo aveva già
osato ospitare l’insediamento Alenia. Il sindaco di Bari Emiliano, invece, ebbe a dire in
una recente visita nella nostra città, e con malcelata arroganza, che il porto di Taranto
sarebbe dovuto essere lo scalo industriale al servizio del capoluogo di regione. A
mettere insieme le dichiarazioni di Ferrarese, Emiliano,
Franchini, Minervini e Di Paola vari,
noterete un fattor comune che, a nostro modesto avviso, rappresenta il nòcciolo
di tutta la questione. Nell’ammonire Taranto richiamandola alla
sua vocazione “industriale”, tutte queste ‘autorità politiche’, si rivolgono a noi tarantini e non alle nostre istituzioni. Lo si capisce dai toni usati, che scavalcano
senza indugio ogni elementare forma di diplomazia nei confronti dei nostri enti
locali. Sarà forse perché è proprio nei nostri amministratori, di ogni ordine e
bandiera, che risiede la ben remunerata vocazione di cui sopra? Dimenticavamo! Una cosa c'è che abbiamo solo noi a Taranto e che i vicini rispettano in nome della complementarietà... le discariche di rifiuti speciali! Sì, perché quando sentite parlare di discariche di questo tipo in Puglia, stanno parlando di Italcave e Vergine a Taranto ed Ecolevante a Grottaglie, altre non ve ne sono. E volete che non pensiamo che dietro a tutto questo non ci sia un preciso disegno politico?
Segue
la mail che abbiamo inoltrato all'ass. Minervini.
Usa i link presenti per i tuoi approfondimenti e per far sentire
la tua voce con i nostri amministratori: a partecipare c'è più gusto, a
guadagnarci è la tua città!
Gent.mo ass. Minervini,
la sentiamo spesso parlare, a proposito dello scalo di
Taranto-Grottaglie, della necessità di “fare sistema”. In linea di principio
siamo d’accordo con tale logica che consente di fare economia, creare specializzazioni
e ottimizzare l’offerta di servizi per il mercato. Siamo tanto d’accordo che
invitiamo anche lei a fare maggiormente sistema con gli altri rami assessorili,
in quanto questa logica della complementarietà ci viene invocata da più parti e
da tutte con uguale richiesta di subalternità. Insomma Taranto è la seconda
città della regione e, in una logica di sistema, dovrebbe a volte ricevere
investimenti che altrove si reputano secondari, a volte scegliere essa stessa
per prima lasciando il resto agli altri. Lei potrà obiettarci che gli
investimenti di tipo industriale non siano secondari, ma ci auguriamo non vorrà
privarci della facoltà di decidere da noi se questi siano preferibili o meno ad
altri tipi di investimento meno invasivi. Che lei e i suoi colleghi, o i nostri
amministratori locali, lo comprendiate o no, a Taranto crediamo nell’enorme
potenziale turistico e culturale del nostro territorio e per questa via ci
stiamo rimboccando le maniche come mai prima. Non crediamo ce ne sia bisogno,
ma ci piacere farle una veloce carrellata fra gli ambiti in cui viene decretata
la nostra condizione di “figli di un Dio minore”. Nell’ambito aeronautico sono
previsti i voli civili a Bari e Brindisi, mentre i cargo…pure, a parte le
dichiarazioni di circostanza. Per il porto, a Bari e Brindisi le navi
passeggeri e la logistica, a Taranto i trasporti industriali e, si spera
presto, anche il ramo logistico. Per l’Università, a Bari la sede e a noi la
succursale, con un numero di facoltà residuale e servizi di scarso ordine. Per
le ferrovie, a Bari il nodo regionale, a noi i cambi e fra un po’ le corriere. Nell’ambito
delle arti la Regione ha poi pensato di insediare, nello stesso anno, due
cineporti a Bari e Lecce (qui la logica del “fare sistema” è venuta meno) mentre
qui il nulla. In definitiva parliamo di “fare sistema” o del fatto che Taranto
debba sostenere quello degli altri? In ultimo ci permetterà qualche
considerazione di merito nell’ambito dello scalo di Taranto-Grottaglie. Lei
ultimamente ha dichiarato che la soglia minima per consentire l’apertura di un
aeroporto è 1 milione di passeggeri, ma non era stata Aeroporti di Puglia a
confermare in 900.000 il potenziale bacino di Taranto? A proposito di economia,
non le sembra un peccato non cogliere l’opportunità di attingere utenze
dall’area calabro-lucana sprovvista di aeroporti? E non era stata Brindisi a
chiedere un raddoppio del Papola-Casale per non riuscire più a sostenere il
crescente traffico? Non sarebbe l’Arlotta la stampella ideale per Brindisi? E i
soldi stanziati a livello comunitario per adeguare l’Arlotta agli standard
richiesti e far partire i voli passeggeri che fine hanno fatto?
Contando in una sua gentile replica, la ringraziamo e salutiamo
cordialmente
ViviTaranto
Rete di associazioni, privati e cittadini per lo sviluppo
turistico-culturale di Taranto