La consegna delle firme in Senato nel 2008.
|
Nella giornata di ieri il responsabile del servizio di 118 della provincia di Taranto, dott. Mario
Balzanelli, è stato ascoltato dalla XII commissione del Senato riguardo a una
proposta di legge di iniziativa popolare per l’istituzione dell’insegnamento del
Primo Soccorso nelle scuole superiori italiane. La proposta partì dalla nostra
città nel 2005 per iniziativa dello stesso dott. Balzanelli e del giudice
Fiore, secondo firmatario della proposta e, per promuoverla fu organizzato il comitato
“Una Firma per la Vita”. La campagna divenne presto di portata nazionale e in
soli sei mesi arrivò a raccogliere 93.000 firme, a fronte delle 50.000 previste
per avanzarla. Dopo le verifiche d’obbligo, si passò, ad ottobre del 2008, a
depositare le firme presso il Senato. Successivamente furono avanzate ben due
proposte di legge ma solo ora, dopo 4 anni ci si è degnati di prendere in
considerazione l’iniziativa. Com’è andata? Senza mezzi termini, male. I
senatori hanno trovato la proposta interessante e meritevole di ulteriori approfondimenti,
ma hanno tergiversato e chiaramente preso tempo. La proposta però è semplice e
già formalizzata, perciò l’imminente fine della legislatura fa ben intuire che
a mancare sia solo la volontà politica di portarla in porto. Il perché è presto
spiegato dai proponenti che, rientrati ieri sera da Roma, hanno avuto la forte
sensazione che le iniziative popolari siano molto poco tollerate. Probabilmente
darebbero coraggio e fiducia ai cittadini e sono sentimenti che una classe
politica marcia come quella italiana si guarda bene dal voler coltivare.
Meglio, molto meglio, la rassegnazione, giacché serve a tenere lontani i seccatori
dalle basse manovre dei nostri amministratori. Vale la pena sottolineare che la
proposta sarebbe a costo zero per gli enti pubblici, poiché le lezioni
sarebbero tenute da personale dell’Asl in orario di servizio. Per cogliere l’importanza
di quest’iniziativa di civiltà, basta considerare che, in caso di arresto
cardiaco, un intervento fatto nei primi tre minuti può recuperare la vita a 76
persone su 100, in attesa dell’intervento del personale specializzato del 118.
I casi di decesso per arresto cardiaco in Italia sono 60.000 ogni anno, se ne
potrebbero salvare 45.000. Un primo soccorso tempestivo e organico rappresenta dunque
un'esigenza irrinunciabile della comunità civile, che non a caso ha trovato una
forte e organizzata espressione anche dal basso, la stessa che probabilmente
sarà chiamata ad intervenire affinché la responsabilità prevalga sulla sordità
delle istituzioni.