Lo sgombero di questa mattina nella foto di SegnoUrbano. |
Non uno sgombero ma un’interdizione per pubblica sicurezza. Così
avrebbe detto il sindaco facente funzioni Lucio Lonoce riguardo all’intervento
di questa mattina ai Baraccamenti Cattolica. Fatto sta che qualcosa nell’intervento
non doveva essere proprio in regola, dal momento che lo sgombero (chiamatelo
come volete) non ha più avuto luogo. Potrebbe essere solo questione di tempo,
ma restano delle considerazioni su quanto è accaduto e sta accadendo con gli
spazi sociali in questi giorni. La più difficile da mandar giù è che si usi il
polso fermo con ragazzi che provano a lavorare per e con la comunità e che lo
stesso polso diventi assai meno fermo riguardo a Ilva, Eni e tutti gli
avvelenatori della nostra comunità, riguardo ai pericoli – fisici e culturali -
dei palazzi che si sgretolano in Città Vecchia, riguardo ai generi alimentari
venduti allegramente su
bancarelle improvvisate un po’ ovunque (cozze vietate
comprese, lo sanno tutti) e a diversi altri aspetti che farebbero diventare l’elenco
troppo lungo. Ecco questo ci fa arrabbiare. Che l’occupazione dei Baraccamenti
sia fuori dalla legalità è formalmente innegabile, coi ragazzi delle Officine, e
di altri movimenti attivi in città, abbiamo anche intrapreso un confronto che
potrebbe portare a realizzare percorsi di legalità che cambierebbero il volto
del Borgo, ma la legge è legge sempre, non solo coi più deboli. Perché questo
ci pare di capire, dato che all’appetibile area dei Baraccamenti stanno già bussando
diversi soggetti noti per aver prodotto quelle stesse idee che condannano oggi Taranto
ad essere una città poco vivibile. Va anche ripristinata la verità confutando
ciò che da più parti si eccepisce, e cioè che quel meraviglioso pezzo di città
sia stato abbandonato dal Comune per decenni. Non è proprio così, perché il
Comune l’ha acquisita dal Demanio solo a metà dello scorso anno. Si può però
dire che nessuna amministrazione ha mai seriamente portato avanti il discorso
delle dismissioni delle aree non più in uso alla Marina, argomento fondamentale
per cambiare le sorti di una Taranto strozzata fra Marina e industrie. Ora sono
arrivati i Baraccamenti Cattolica, non molto rispetto a ciò che si potrebbe riavere
indietro – pensiamo a Ospedale Militare, Isole, ex banchina Torpedinieri e aree
retrostanti al Muraglione - ma si tratta comunque di un’area in pieno centro,
con locali dalle cubature ridotte e tanto verde pubblico. Un vero e proprio
villaggio, sulla cui destinazione non si può e non si deve assolutamente
sbagliare, neppure sbandierando i soliti limiti economici dell’Amministrazione Pubblica;
pretesto che rischia di consentire ennesimi scempi urbanistico-sociali. Perciò
il confronto, su questa e altre aree, così come sull'Isola, dovrà continuare, pacifico ma fermo, sgombero o non sgombero.
Dovrà mettere al centro le esigenze dei tarantini, non quelle dei potenti che
piangono una crisi che altro non è che un calo dei profitti. Ci batteremo per
ottenere una città normale, costruita sul confronto e la condivisione dal basso delle politiche di sviluppo. Per gli spazi sociali, il verde pubblico, la sostenibilità, gli attrattori culturali e l'attenzione per le piccole e sane economie locali. Proveremo
a ripartire da quanto hanno messo in campo in questi mesi i ragazzi delle
Officine e le tante realtà positive che stanno caratterizzando questo momento
delicato per la nostra città. Un momento di rottura che dovremo impegnarci,
tutti, a consegnare alla storia come la svolta che attendevamo.