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mercoledì 18 febbraio 2015

SVILUPPO - Gestione condivisa dei beni comuni, arriva anche in Puglia la grande onda della partecipazione

Manifestazione pro beni comuni (ph dal sito Labsus.org).

L’onda della partecipazione dal basso alle politiche dei territori si allunga anche sulla gestione dei beni comuni. Finalmente concetti quali solidarietà e sussidiarietà iniziano a squarciare il rapporto fra cittadini e Pubbliche Amministrazioni, ridefinendone i confini. L’occasione è data dall’atavica mancanza di fondi da parte degli Enti locali (quanto meno per le iniziative utili), ma anche da due assunti semplici, semplici: il primo è che le città hanno un indifferibile bisogno di spazi e contenitori per l’aggregazione sociale, il secondo che i tessuti urbani sono zeppi di immobili abbandonati e da recuperare. A fare incontrare le due esigenze è intervenuto il ‘Laboratorio per la Sussidiarietà’ - QUI il loro sito - che, in collaborazione col Comune di Bologna, a febbraio dello scorso anno ha messo giù e fatto adottare il primo ‘Regolamento sulla collaborazione tra cittadini e
Amministrazione per la cura e la rigenerazione dei beni comuni urbani’. Una rivoluzione. Da allora sono 25 i comuni ad averlo adottato e una cinquantina quelli che hanno avviato la loro approvazione. Di cosa si tratta? di un protocollo che agevola l’affidamento temporaneo degli immobili allo scopo di rigenerarli strutturalmente e socialmente. L’affido infatti viene legato a progetti socio-culturali decisi dalle parti e sanciti in quelli che il regolamento definisce ‘patti di collaborazione’. Accordi nei quali vengono stabiliti obiettivi, modalità d’intervento e fruizione dei luoghi, durata, ruoli e requisiti. I comuni individuano i luoghi, ne pubblicano un elenco periodicamente e attivano gli uffici preposti all’interlocuzione con la cittadinanza attiva in modo trasparente, il gioco è fatto. Si recuperano spazi sottraendoli all’abbandono e al degrado e si creano palestre importantissime di partecipazione e senso di comunità. Il risultato urbanistico diventa addirittura secondario, dal momento che sono proprio questi due preziosi valori a diventare fondamenta solide per il cambiamento. Niente più alibi per non accogliere queste istanze, né alla parte politica, né a quella dei benpensanti, preoccupati più dall’improbabile ‘anarchizzazione’ della società, che dalle distorsioni socio-economiche che l’attuale sistema sta disvelando in tutta la lora gravità. Si è partiti da Bologna, a dicembre è toccato alla vicina Brindisi. E Taranto? l’argomento è arrivato a conoscenza dell’assessore alle Politiche Giovanili, Cosa, proprio nell’incontro di presentazione tenutosi a Brindisi sabato scorso e organizzato da Bollenti Spiriti. Lo stesso ha pubblicamente dichiarato di aver preso in carico la questione e che il regolamento sarebbe addirittura già pronto, sebbene modificato in qualche sua parte – non sappiamo quanto e in che modo -. Nei prossimi giorni sarà trasmesso alle commissioni consiliari preposte, prima del suo passaggio dal Consiglio.
Una questione che merita tutta l’attenzione del caso, sia per verificare che vada realmente in porto, sia per accertarci che lo faccia per bene, senza distorsioni che sviliscano lo spirito aperto e partecipativo dell’idea.
Dal sito di Labsus leggiamo: “prenderti cura dei luoghi in cui vivi, perché dalla qualità dei beni comuni materiali e immateriali dipende la qualità della tua vita. Il tempo della delega è finito. L'Italia ha bisogno di cittadini attivi, responsabili e solidali”. QUI è possibile scaricare il Regolamento per i Beni comuni.

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