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giovedì 29 ottobre 2015

CITTA' VECCHIA - I tre anni di Cibo per la Mente, una scommessa vinta dalla città

Il primo novembre ricorre il terzo anniversario dell’apertura di Cibo per la Mente, il primo caffè letterario di Taranto. Situato nel prestigioso palazzo Gennarini, nel cuore della Città Vecchia, è nato grazie alla coraggiosa iniziativa di due sorelle, Barbara e Claudia Lacitignola. 

Antropologa la prima, archeologa la seconda, si sono messe in gioco seguendo una passione, che per Taranto è stata anche una scommessa: quella di coniugare cibo e cultura, l’uno come espressione dell’altra. La scelta di operare in Città vecchia è stata la più rischiosa, ma anche la più coerente, in quello che è il cuore storico e artistico della nostra città. Un’iniziativa che è essa stessa un importante contributo alla rinascita dell’Isola e che perciò non può che essere visto con fiducia da chi
chiede cambiamento. L’atmosfera è esattamente quella che ci si aspetta di trovare nel centro storico. Un’accoglienza che favorisce la conversazione, fra un buon muffin fatto in casa e un sorso di caffè caldo. Tanti gli eventi costruiti in questi tre anni fra presentazioni di libri, incontri, cene a tema, mostre e buona musica. Ad arricchire il contesto la bellissima piazzetta Delli Ponti, sul retro del palazzo, a ridosso della scalinata di postierla Immacolata che porta dalla marina direttamente su via Duomo. Una valorizzazione che passa da qualità e relazioni, ovvero quanto di più Taranto ha bisogno. Ne abbiamo parlato con Barbara, l’”antropologa dalle mani in pasta”, come ama definirsi, alla quale abbiamo chiesto un bilancio di questa bella avventura.

Un incontro sulla scrittura creativa (ph credit Annachiara Suma)
 Ciao Barbara, siamo al terzo anno di attività di Cibo per la Mente, una tappa che salutiamo con grande piacere, dal momento che teniamo moltissimo alla rinascita dell’Isola. Allora come va la scommessa?
Si trattava di una triplice sfida: fare business con la cultura, farlo in un contesto particolare come la città vecchia di Taranto, e farlo da donne. Io ritengo di averla vinta vedendo a Cibo per La Mente un pubblico eterogeneo, dai professori della vicina Università, agli abitanti del quartiere, che ci hanno adottato.

La formula degli incontri davanti a un caffè e una crostata fatta in casa è stata innovativa per Taranto, quali sono gli eventi che vi stanno dando più soddisfazione?
La nostra cifra stilistica prevede di scegliere autori e artisti non solo locali, e questo non sempre paga in termini di pubblico…ma continuiamo la nostra ricerca, che è il motore di chi vuole fare un lavoro di questo tipo. La musica dal vivo e i dj-set,  nella suggestiva Piazzetta Delli Ponti, su via Duomo o nella sala con le nicchie, sono diventati appuntamenti fissi per i nostri amici /clienti. Anche la scelta del food home-made non è stata recepita facilmente (continuavano a chiedere i cornetti la mattina..), ma poi il pubblico si è affezionato alla nostra maniera di fare cibo, dalle cene etniche e a tema, allo street-food.

Chiediamo alla sociologa, oltre che all’imprenditrice: com’è stata l’accoglienza riservata dagli abitanti dell’Isola al caffè letterario? Si può sfatare il falso mito che vede il Centro storico come ghetto della delinquenza?
La popolazione della città vecchia è omogenea, sociologicamente parlando. La delinquenza c’è, inutile negarlo, ma ci sono anche i professionisti che hanno deciso di venire ad abitare qua, e i residenti storici, molto lontani (almeno in via Duomo) dal sottoproletariato di cui si favoleggia. Noi ci siamo sentite adottate, anche per come ci siamo poste, non in maniera invasiva, nemmeno commercialmente (la nostra è una proposta originale, unica nel suo genere, che non entra in conflitto con altre realtà presenti in città vecchia, con le quali, comunque, cerchiamo di fare rete.

 Insomma, possiamo consigliare a chi ci stesse pensando che si può venire ad aprire un’attività nel cuore della Taranto antica?
Il concerto della Greco Ensamble (ph credit Maria R. Suma)
Certamente. Suggerisco però di uscire da logiche assistenzialistiche, aspettare aiuti da… Ci hanno definite “eroine”, me e mia sorella Claudia. Perché abbiamo investito in città vecchia. Due donne, che non vengono dal mondo dell’imprenditoria, ma che appartengono a quello della “cultura”, che creano il primo caffè letterario a Taranto. In un palazzo storico. In città vecchia. (Che qualcuno chiama Borgo Antico, quasi a voler ingentilire, sdoganare…ma quello è, l’Isola.)

Locali, eventi, Università, sempre più gente attraversa il ponte girevole al di là della Settimana Santa e pare davvero che si inizi a comprendere che il futuro di Taranto deve guardare al suo passato… come vedi la situazione attuale e il futuro dell’Isola?
Certo è che questo dovrebbe essere un distretto dell’intrattenimento, dalle proposte enogastronomiche a quelle culturali, musicali…in grado di attrarre turisti e tarantini. Ma… Ma lo vogliamo tutti? Eh già, perché la “rinascita” “riqualificazione urbana e sociale” tanto sbandierata si arena, arranca. Attenzione, non per colpa dei motorini selvaggi o di sottoculture contrarie al cambiamento/miglioramento. No. Si tratta di fuoco amico. Di intellettuali snob che si sono auto-ghettizzati nel quartiere, ma che non interagiscono con esso.  

Claudia e Barbara nel 1° anniversario di Cibo per la Mente
(ph credit Maria R. Suma)
Con voi ha scommesso anche la sig.ra Gennarini, da anni in cerca del miglior utilizzo per il suo edificio-gioiello. Immaginiamo sia contenta di ospitare questo angolo di speranza per l'Isola... Cosa bolle in pentola per Cibo per la Mente?
La dottoressa Gennarini ci sostiene, così come quelli che capitano a Cibo per la Mente, e le loro parole d’incoraggiamento sono per noi linfa vitale. Cibo per la Mente sta diventando da book-bar a risto-book: sarà possibile gustare piatti tipici del territorio o etnici. In occasione del suo terzo anniversario, il caffè letterario in collaborazione con Michele Tursi, presenta “Pugni Chiusi”, mostra fotografica a cura di Maria Rosaria Suma sulla palestra di pugilato Quero-Chiloiro. Maria R. Suma ha voluto con questa esposizione documentare la palestra come scuola di vita, come luogo impregnato di sudore e fatica, come un tempio dove imparare la nobile arte.Intanto abbiamo realizzato un video con 2501 immagini, tra locandine, eventi, amici e foto di quanti, almeno una volta, sono passati di qui. Domenica 1 Novembre vi aspettiamo per stare ancora insieme.

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