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lunedì 22 ottobre 2012

AMBIENTE - Ministro Balduzzi a Taranto, dati drammatici, realtà da cambiare


il Ministro Balduzzi.
Tutto secondo l'infimo copione di una delle peggiori classi politiche del mondo. Il Ministro della Salute (della Salute?) Balduzzi viene a Taranto solo dopo il rilascio dell'Autorizzazione ad uccidere concessa all'Ilva dal collega Clini, tanto per non avere intoppi lungo il percorso criminale disegnato. L'Aia ritarda e ritardano pure i dati dello studio Sentieri, non c'è neanche bisogno di far finta di essere onesti. Viene dopo perché i dati da divulgare confermano, anzi peggiorano, i dati diffusi da Marescotti e Bonelli diverse settimane fa e da marzo nelle mani della Procura di Taranto. Nella nostra città si muore più che altrove, sempre di più e sempre a età inferiori. Non c'è appello, non ci sono dubbi, nè alibi. L'importante però è garantire la produzione, secondo uno schema sposato da politica nazionale, locale e sindacati a tutti i livelli. Clini (Ministro dell'Ambiente?) parla addirittura di "problema risolto", senza provare neppure la minima vergogna nell'intendere che si tratta di quello di Riva e non certo quello dei tarantini. L'Aia rilasciata è una presa in giro colossale e la commedia prevede perfino i dubbi di Ferrante riguardo alla sua realizzabilità e sostenibilità. Qualcuno intravede in questa autorizzazione una via di fuga creata ad arte per i Riva che, si dice, già avevano in mente di trasferire la produzione dove i costi sono ancora più bassi: se è lo Stato a sfrattare l'Ilva, i Riva non saranno tenuti alle bonifiche. Ma noi non crediamo a questa ipotesi. Se lo Stato fosse Stato fino in fondo, avrebbe già avuto tutti i motivi per far chiudere la fabbrica più inquinante d'Europa, mentre questi artifizi da fanta-politica altro non sono che un accomodamento per agevolare i compagnucci di malefatte per almeno altri 4, 5 anni ancora. E quando saranno i Riva a voler andar via? siamo certi che politici e sindacati non alzeranno le stesse barriere in favore dei lavoratori... La parte sana della nostra comunità però deve pensarci adesso, unita. E gli amministratori di casa nostra che dicono? i sindaci di Taranto e Statte, Stefàno e Miccoli, sottoscrivono lo scellerato documento del Governo, garantendo che si tratta di un visto a tempo. Avete capito bene! Un po' come se dopo il diploma i professori vi dicessero "ti abbiamo dato il diploma ma stai attento perché fra qualche mese veniamo a verificare che tu sia davvero maturo". Nemmeno la Taranto disattenta di qualche anno fa sarebbe riuscita a credere a simili idiozie. A parità di prese in giro risulta più coerente il presidente della Provincia Florido, che santifica l'Aia definendola come "rivoluzionaria". Ma qui in ballo, oltre al pessimo modo di far politica, c'è anche il seggio in Parlamento che il nostro presidente sta cercando di garantirsi in ogni modo per l'anno prossimo su sponda Pd. Pd che candiderà Bersani, già finanziato da Riva, come il Pdl... Quadro fosco? tutto lascia pensarlo, ma la Magistratura non si lascerà imbonire dai tentativi di aggirare leggi ed etica e farà il suo corso, almeno fino ad una disputa fra poteri che dovrà tener conto dell'irresponsabilità dello giocare con la vita. E poi c'è l'Europa. Abbassare la guardia ora sarebbe pertanto un errore imperdonabile. La Giustizia, in senso assoluto, dovrà continuare ad essere sostenuta mentre, senza ulteriori indugi, si dovrà giocare un'altra importantissima partita: quella delle alternative. Quelle che le nostre classi dirigenti sono foraggiate da decenni per non affrontare. Quelle che invece possono emancipare definitivamente questo territorio da un ricatto che sa di morte. Quelle per cui potremo recuperare quella dignità e quella forza capaci di gridare ai criminali che abbiamo in mente un'altra Taranto e la realizzeremo, anche a costo di condurre la più dura delle battaglie contro potere e collusioni. La città ne sta uscendo con le ossa rotte? tutt'altro. Una città che si ribella alle ingiustizie è una città viva, una comunità che scende in strada per i propri diritti è una città degna. Una città viva e degna non soccombe.
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