La questione del riordino delle Provincie voluto dal Governo
assume dalle nostre parti, tanto per non farci mancare nulla, contorni sempre
più da telenovela. Fino a poche settimane fa Brindisi voleva Taranto, Taranto voleva
Brindisi e Lecce non voleva nessuno. Ora Brindisi vuole il Grande Salento con
Taranto e Lecce, Lecce si dice possibilista purché si trovi il modo perché
tutte siano sotto di lei e Taranto…sonnecchia. Intanto Fasano è andata con Bari, mentre una manciata di altri comuni brindisini, più Avetrana, hanno scelto Lecce.
Anche Manduria lo vorrebbe, ma non ha potuto votare in quanto commissariata.
Cosa c’è dietro a tutti questi giochetti fra capoluoghi? Cominciamo dall’analizzare
la posizione più ambigua, quella di Brindisi, che fino a pochi giorni fa intendeva accorparsi a Taranto
in quanto, rispetto a Lecce, le si prospettavano maggiori possibilità di restare
capoluogo in coabitazione con la città ionica. Molto più che un’eventualità,
date le ampie disponibilità offerte dal nostro sindaco (leggi QUI) e pure dal
presidente della Provincia Florido, che già aveva trovato il nome per la nuova
provincia: Brita… Allora cos’è che ha fatto cambiare idea al sindaco di
Brindisi Consales, che ora prova a coalizzare tutti i comuni del proprio
territorio per spingere verso la costituzione della grande regione Salento? Probabilmente la possibilità, considerata remota, che il Governo approvi una provincia con due
capoluoghi e magari anche lo spiraglio che il Decreto governativo lascia
quando, nell’art. 3, recita che “il nuovo
capoluogo è quello con maggior popolazione, salvo diverso accordo tra i comuni
già capoluogo”. Significa che nell’eventuale
accorpamento fra Brindisi, Lecce e Taranto, se Brindisi appoggiasse Lecce,
questa diventerebbe capoluogo anche con l’opposizione di Taranto, che è la vera
avente diritto, ma resterebbe in minoranza. Viene da farsi dunque un’altra
domanda: perché Brindisi finisce per preferire l’annessione a Lecce in ottica
salentina, piuttosto che godere di una pari dignità che, nei fatti, ha già in tasca con Taranto?
la nostra supposizione è che Brindisi veda in Taranto una concorrente economica
per ciò che attiene al porto e all’aeroporto e che Lecce, che di queste è
sfornito, possa garantire protezione ai messapici a scapito di Taranto. D’altra
parte non è un mistero che il Papola Casale sia ormai l’aeroporto del Salento e
che il porto di Brindisi rappresenti quello che Lecce non può avere. Insomma, annessi per annessi... peccato che il povero Consales non consideri che dai rappresentanti ionici non avrebbe alcuna opposizione, abituati come sono a svendere Taranto anche le volte che ha le norme
dalla sua parte. Di sicuro le vorticose mosse che si fanno in questi giorni a
Brindisi non sono frutto di rinnovate simpatie e qualcosa la nascondono senz’altro.
Forse sono affanni tardivi, visto che la Regione ha già indicato al
Governo la strada che porta alla costituzione della provincia di Taranto col brindisino
accorpato, ma tutto è possibile nella politica del nostro Paese e i nostri
rappresentanti farebbero bene ad aprire di più gli occhi. Venerdì Stefàno
incontrerà i sindaci dei comuni del tarantino per fare il punto della
situazione e, dato l’affronto subìto da una città a cui eravamo già pronti a
sottometterci (…), non è escluso che si interpelli Matera per una provincia mai
pensata prima ma che, a ben pensarci, potrebbe garantire le migliori
prospettive di crescita alla nostra città.